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Il Regista Giuseppe Di Giorgio: "La grinta? Fa parte del mio DNA, non ho fatto nulla senza lei!"

Intervista esclusiva

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Un'intervista a tutto spiano al regista, attore, sceneggiatore Giuseppe Di Giorgio!

Domande e risposte a raffica, senza pensarci su...entreremo nell'intimo del nostro ospite che ci svelerà i suoi progetti, pensieri e tutto quanto orbita nei meandri della sua anima!

 

 

Siciliano di nascita e Pavese d’adozione, ma tu in realtà a quale tradizione regionale pensi di appartenere?

Devi sapere che sono andato via da Cerda, mio paese natio, alla giovane età di 13 anni. Sin da subito ho avuto la mentalità di adattarmi facilmente a tutto, cultura, tradizioni, forse per necessità, forse per la paura di tornare indietro. Sicuramente volevo cambiare vita. Cercavo serenità. Ho vissuto in diverse città d'Italia assorbendone a pieno le varie realtà d'appartenenza. Se dovessi dire a quale vera tradizione appartengo con grande orgoglio ti dico che mi sento Siciliano fino all'osso. Amo la mia terra, le mie origini e tutte le persone del Sud, ma allo stesso tempo ti dico che non riuscirei più a viverci. Sono molteplici le cose che non rispecchiano il mio modo di vedere e vivere la nostra società attuale, ma di una cosa sono certo, noi abbiamo la possibilità di migliorare il nostro Sud su tanti aspetti e dobbiamo avere il coraggio di prendere di petto chi di dovere senza pensare di partire già sconfitti altrimenti le cose non possono che peggiorare. Bisognerebbe andare oltre la speranza e lottare fino alla fine, io avrei fatto così se fossi rimasto in Sicilia. Abbiamo il sacrosanto dovere di portare in alto con onore la nostra terra, le nostre tradizioni e i nostri valori. Siamo un'isola meravigliosa e accogliente, mantenerla tale dev'essere il nostro obiettivo primario!

Come ci si sente davanti all'ultima fatica artistica? Qual è il tuo stato d’animo al momento?

Non nascondo la mia amarezza nell'essermi sentito spesso incompreso, perché artisticamente parlando, nella maggior parte dei casi, se non hai un nome importante, se non sei raccomandato, se non sei figlio di questo o di quello, non sei nessuno davanti agli occhi di chi sta valutando la tua arte. Nonostante tutto non mi avvilisco, me ne faccio una ragione e vado avanti per la mia strada e pian piano cerco sempre di costruirmi un futuro migliore, senza compromessi. La fatica non è mai troppa davanti alla grande soddisfazione, accompagnata dalla gioia, per il lavoro svolto fino ad oggi. Lo stato d'animo è sempre ottimo anche perché devo continuamente trasmettere positività al mio meraviglio gruppo di lavoro con il quale sono molto legato affettivamente parlando, sono persone speciali, fantastiche in tutto. Poi ci sono i temi che ho deciso di inserire in questo secondo film, temi attuali, complessi ed interessanti allo stesso tempo, e sono sicuro che se questo soggetto lo avesse scritto qualcuno più conosciuto ed importante di me, avrebbe avuto più di una produzione disposta a prendersene carico, invece, con enorme sacrificio, sono costretto a produrlo io, grazie anche all'enorme aiuto degli sponsor e ad una persona speciale che ha creduto sin da subito in me, sto parlando di Laura Boatti Alias Tango Wine. Se ci fai caso, negli ultimi 50/60 film,si vedono sempre gli stessi attori accompagnati dalle stesse tematiche, eppure ai botteghini fanno enormi incassi, perché la gente non cerca la tematica particolare, non guarda la trama avvincente o la possibile novità bensì va al cinema perché viene attratta dagli attori conosciuti che garantiscono, a parer loro, la riuscita del film. Ti faccio un esempio, prendiamo i cinepanettoni, pur essendo i soliti film da 30 anni a questa parte, del quale conosciamo già battute, attori e finale, guadagnano moltissimi soldi e questo la dice lunga sulla nostra cultura cinematografica, il cinema dovrebbe essere qualcosa di costruttivo, di riflessivo al punto di portare ognuno di noi a delle riflessioni importanti, questo accade soltanto in pochissimi film. Un altro tasto dolente sono i tantissimi soldi che vengono spesi per girare questi soliti film e ahimè, raramente si sente parlare di volti nuovi o di attori meno conosciuti seppur bravi, preparati e con voglia di emergere ed affermarsi. Nel mio piccolo cercherò di dar voce a tutti questi artisti che oltre alle cose sopra citate hanno soprattutto passione e amore per questo mestiere difficile. Attori lasciati in disparte magari perché non hanno lo stesso giro di conoscenze degli altri. Se nei lettori ci sono artisti disposti a mettersi in gioco, io non posso fare altro che accogliervi come ho fatto con tutti coloro che ho cercato e che si sono proposti, basta mandarmi un messaggio alla mia pagina Facebook, Giuseppe Ivan DavidDi Giorgio, e sarete i benvenuti nella mia nuova famiglia. L'arte non si compra e non si vende, è qualcosa che abbiamo dentro e che coltiviamo con amore. Ognuno di noi deve avere il diritto di poterla esprimere.

Così giovane e pieno di grinta, dove la trovi?

Giovane non tanto, ho quasi 37 anni! La grinta fa parte del mio DNA, non ho fatto nulla nella mia vita senza grinta, fa parte del mio carattere forte, esplosivo ed allegro. La grinta accompagna da sempre la mia passione per l'arte, la voglia di vivere e di affrontare la vita giorno dopo giorno nel migliore dei modi. Essere padre, marito, lavoratore e artista non è semplice. Ognuno di questi ruoli richiede tanta energia, applicazione ed impegno costante e senza grinta, credimi, di fronte a tutto questo sarei un soggetto debole. Naturalmente grinta non dev'essere intesa come aggressività, ma un modo forte per reagire sempre ai naturali cali fisiologici.

Hai due figli, Enrico e Adriano, qualcuno sarà figlio d'arte?

Enrico quest'anno compie 10 anni, ha fatto nuoto e basket fino all'età di 6. Negli ultimi 3 anni ha giocato a calcio, si sente appagato nell'essere calciatore, è mancino e si adatta a tanti ruoli anche se predilige fare l'attaccante. Per la sua grinta mi ricorda l'ex giocatore Gattuso. L'anno scorso ho allenato i ragazzi dell'Under10 a Pavia, lui era in squadra, lo avevamo soprannominato "Ringhio", proprio come l'ex calciatore. Invece Adriano, che quest'anno ne compie 8 è il piccolo artista di casa. Ha la passione per la musica sin da quando era nel passeggino, ha sempre vissuto di musica, qualsiasi sua attività dev'essere accompagnata dalle canzoni, qualsiasi esse siano.Studia danza classica da 5 anni, si è già esibito al Teatro Fraschini di Pavia ed è rappresentato dalla Scuola di Danza Accademica "Città di Pavia" diretta dalle sorelle Daniela e Silvia Ferri.Attualmente è l'unico ballerino under 8. La loro felicità è il nostro obiettivo, io e mia moglie li assecondiamo, penso che tutti i bambini debbano sentirsi liberi di esprimersi. Se nel futuro ci sarà un figlio d'arte? Beh, lo scopriremo solo vivendo.

Ti senti soddisfatto della vita, hai raggiunto i traguardi che ti aspettavi o sei ancora alla ricerca della felicità?

Sono soddisfatto di essere arrivato dove sono oggi con onestà, educazione e rispetto. Ho raggiunto parecchi obiettivi, ma non tutti, e non ho necessariamente bisogno di raggiungerli. Il mio sogno da bambino era quello di fare il calciatore ed in parte l'ho realizzato arrivando ad essere allenato dal grande Pierino Prati, ex calciatore del Milan.Ho fatto l'indossatore per tanti anni, ho viaggiato molto, ho conosciuto persone importanti e vissuto tante esperienze che mi hanno fatto crescere umanamente ed artisticamente parlando. Penso che la vita dia ad ognuno di noi sempre una possibilità per rimediare ad un errore, per migliorare e per poter crescere, spetta a noi essere bravi nel saperla cogliere. Mia nonna mi diceva sempre: Figlio mio ricordati che "s’impara fino alla chiusura della bara", un detto che porterò sempre con me, nel cammino della mia vita. La felicità non credo che realmente esista o meglio non è una cosa definitiva. E’ qualcosa che arriva a piccole dosi, può crescere e diminuire allo stesso tempo, la si può paragonare ad un fiore, quindi va delicatamente curata con amore per farla durare più a lungo.

Pensi di realizzare altri film in futuro? Hai un sogno in particolare nel cassetto?

Assolutamente si. Due sono già pronti. Uno è un libro scritto da un mio carissimo amico Neurochirurgo, il Dr. Paolo Gaetani, l'altro invece appartiene a Laura Boatti, imprenditrice ed erede di Carlo Boatti dell'Azienda Monsupello di Torricella Verzate, sita nell'Oltrepò Pavese. Il mio obiettivo è quello di raccogliere consensi con questo mio secondo film “La SceltaImpossibile" attraverso la partecipazione a film festival Nazionali e Internazionali, per far si che qualche produzione o qualche addetto ai lavori possa credere in me, nel mio operato e nei miei progetti futuri. Sarebbe molto più semplice per tutti noi avere una vera produzione alle spalle. Ho già lavorato con tanti personaggi famosi, il mio sogno rimane quello di poter affermarmi come attore e poter avere un giorno la possibilità di essere diretto da un grande regista del settore cinematografico. Sto cercando di crescere, artisticamente parlando, solo Dio sa quale disegno di vita mi ha riservato, detto questo non mi resta che aspettare, naturalmente non con le mani in mano.

Vuoi concretizzare altri progetti a prescindere dal cinema?

Guarda la mia vita è fatta di progetti. Oltre all'arte, c'è sicuramente la sanità. Mi esibisco spesso per associazioni, fondazioni e ospedali. Non importa quale sia la causa, a me interessa aiutare chi purtroppo non sta molto bene. Le fasce deboli ed emarginate sono nel mio cuore, desidero fortemente aiutarli. Sto attivando parecchie partecipazioni a scopo benefico, spesso non bastano, bisogna fare molto di più. Mi sono messo a disposizione per la Pediatria del San Matteo di Pavia, per la Stanza Dei Sogni, per Trapiantami un Sorriso e per la Fondazione Telethon. Sono sempre disponibile per eventuali mie esibizioni o spettacoli. Insomma, aiutare tutti i bisognosi sia attraverso l'arte che non rimane un mio fondamentale progetto di vita. Ho anche realizzato un doppio spettacolo teatrale, assieme agli attori Cesare Biondolillo e Maria Laura Frega, a favore dell'associazione Aronne, che si occupa di difendere i diritti di animali maltrattati e abbandonati.

Concludendo, che consigli daresti ai giovani che vogliono fare gli attori?

Sicuramente consiglio di studiare in una scuola professionale riconosciuta. Sacrificio, passione, amore e dedizione alla base di tutto, applicarsi e non aspettarsi che tutto cada dal cielo. Il mestiere dell'attore è tra i più difficili. Nel settore dello spettacolo, c'è molta concorrenza ed inserirsi non è facile. Spesso non basta essere bravi e preparati per farcela. Consiglio di inseguire i propri sogni, di rimanere con i piedi per terra e allo stesso tempo di non abbattersi se ad un provino non si viene nemmeno presi in considerazione: anche questo fa parte del mestiere duro dell'attore. Fare casting serve a prendere confidenza con la camera, farsi le ossa ed imparare ad avere un giusto approccio con gli addetti ai lavori. Piccole esperienze, se capitano, non vanno tralasciate perché aiutano a crescere e fare esperienza sia sul set che a teatro. Essere sempre semplici e se stessi, non costruirsi un personaggio ma cercare di esserlo spontaneamente, ognuno di noi ha la sua particolarità. Ci vuole anche un pò di fortuna, trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Lasciare perdere completamente l'idea dei compromessi. L'arte non ha bisogno di questo. Allontanarsi da chi promette lavoro facile o inserimenti immediati. Affidarsi a delle agenzie serie per sponsorizzare la propria immagine è sempre la cosa migliore da fare. Tutto quello che ho detto si basa sulla mia personale esperienza di vita, ognuno poi decide come comportarsi con la propria. Spero di conoscere in futuro nuovi artisti che si nutriranno di qualche mio semplice ma onesto e sincero consiglio. Auguro a tutti il successo che il loro cuore spera.

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