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La Cooperativa Sociale Libeccio: "momenti di condivisione per festeggiare la fine del Ramadan"!

Splendida atmosfera di festa, di divertimento e di tanta serenità, il tutto accompagnato da musica allestita e gestita da Friday

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A seguito della fine del Ramadan, la Cooperativa Sociale Libeccio di Vittoria che gestisce due centri di accoglienza, ha organizzato una festa Eid-Al-Fitr in giardino per i suoi ospiti provenienti da diversi stati africani e del Bangladesh. Secondo la tradizione islamica il Ramadan è il nono mese dell’anno nel calendario lunare, considerato mese sacro dedicato alla meditazione, alla preghiera, all’astinenza dal cibo, dal bere, dal fumo e dai rapporti sessuali, a partire dall’alba fino al tramonto.

Altresì il digiuno è un momento di grande condivisione e di unione specialmente durante il pranzo serale. Essendo una festa collettiva nei paesi di origine diventa quasi una privazione in un paese cattolico come l’Italia e, per certi versi, i musulmani la vivono come una sofferenza o mancanza di poter esprimere fino in fondo e in libertà la propria fede, sentimenti provati dai ragazzi come mancanza di riconoscimento e di accoglimento da parte della comunità locale alla propria festa. Forse perché evidentemente non tutti conoscono il vero significato del ramadan, attraverso il digiuno si acquista consapevolezza di se stessi e del senso della vita.

E’ un mese ricco di introspezione dove attraverso il silenzio della meditazione gli ospiti hanno trasmesso a tutti noi un profondo senso di serenità e di umanità, rendendoci tutti migliori. Infatti. ogni atteggiamento, ogni comportamento è impregnato da una lezione vitale sprigionata da pura naturalezza, mai artefatta, dal rispetto dei sentimenti altrui, dalla capacità di ascolto, dalla purezza e dalla sincerità dei sentimenti, a sfiorare, fin troppe volte, l’ingenuità riversando totalmente la propria fiducia nell’altro. L’organizzazione della festa ha suscitato profondo entusiasmo e i ragazzi si sono resi immediatamente disponibili a suggerire e preparare piatti tipici del loro paese.

Hanno apprezzato moltissimo l’iniziativa con un grande senso di apertura e con molto interesse da parte degli operatori che hanno potuto approfondire la conoscenza delle loro tradizioni. Non è stato solo uno scambio culinario interessante e divertente allo stesso tempo ma soprattutto integrazione di culture. Mediatore essenziale il cibo, ragione di orgoglio per le loro radici ed apprezzamento per la condivisione.

Perciò noi italiani, abbiamo assaporato i seguenti piatti: Cous-cous di verdure dal Gambia cucinato da Abdoulie, Biryani di pollo e Jalebi dal Bangladesh (il primo, riso condito, tipicamente seguendo la tradizione asiatica, con spezie quali cardamomo, cumino, coriandolo, curcuma e tocchetti di pollo marinati allo yogurt; il secondo, frittelle realizzate da una pastella zuccherata a forma di spirale) realizzati da Bilal, Alom e Uzzal, e Bissap e caffè Touba dal Senegal (la prima, bevanda delle feste africane, infuso di fiori di Ibisco aromatizzato alla menta, servito freddo; il secondo, caffè tipico del Senegal aromatizzato ai chiodi di garofano e pepe). I nostri ospiti, di contro, hanno assaporato i tipici piatti italiani e territoriali: focacce, lasagne al forno, cheesecake, torta al cioccolato, ciambellone con gocce di cioccolato, torta sbrisolona ricotta e cioccolato.

Splendida atmosfera di festa, di divertimento e di tanta serenità, il tutto accompagnato da musica allestita e gestita da Friday, un ex ospite, entusiasta e disponibile a dare il proprio contributo. Un incontro e scambio tra culture e tradizioni non più diverse con la consapevolezza di essere ormai una grande famiglia L’immigrazione è una risorsa: un profondo arricchimento culturale, una necessaria essenza di vita che migliora tutti noi. Inviterei a vivere un’esperienza del genere, a condividere il loro vissuto giorno dopo giorno, soprattutto chi esprime sentenze a raffica su queste persone senza conoscerne la realtà.

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