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Il Vescovo Cuttitta festeggia i 12 anni di Episcopato in Cattedrale

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Alla presenza del cardinale Paolo Romeo, monsignor Carmelo Cuttitta ha celebrato il dodicesimo anniversario della sua ordinazione episcopale. Il 7 luglio 2007, era stato proprio monsignor Romeo, allora arcivescovo di Palermo, a imporre le mani su monsignor Cuttitta che poi lo ha collaborato, nella veste di ausiliare, a guidare l’arcidiocesi di Palermo. Ma in cattedrale non c’era solo monsignor Romeo. Accanto al vescovo, si sono ritrovati i sacerdoti, i religiosi, le religiose, tantissimi laici. C’era la Chiesa di Ragusa che si è voluta stringere attorno al suo vescovo per celebrare questo momento così importante. Lo stesso monsignor Cuttitta, al termine della celebrazione, si è detto contento di questa partecipazione che testimonia il crescente sentimento di unità che lega il vescovo ai fedeli ragusani. Un rapporto che si feconda e si rafforza con la preghiera. Monsignor Cutina ha esortato a pregare per il vescovo, assicurando un ricordo per tutti nelle sue preghiere.

All’inizio della celebrazione era stato il vicario, don Roberto Asta, a sottolineare il cammino compiuto dalla Chiesa ragusana con la guida di monsignor Cuttitta, augurandogli «un fecondo ministero pastorale».

Il vescovo, durante la sua omelia, prendendo spunto dalla Parola di Dio che era stata proclamata, ha chiesto di evitare due comportamenti che rischiano di minacciare la nostra fede: il peccato di idolatria e quello dei giudizi ipocriti. Il secondo di questi comportamenti è abbastanza intuitivo («I giudizi ipocriti, le calunnie, le maldicenze sono molto diffusi e troppo spesso giudichiamo gli altri senza prima giudicare noi stessi e le nostre azioni») ma ha risvolti difficilmente immaginabili anche per la vita sociale, con una procedura che, come ha sottolineato anche il Papa, parte dall’«adulterazione» della verità» per arrivare alla stessa «adulterazione della democrazia». Per quanto riguarda l’idolatria monsignor Cuttitta si è chiesto se ancora oggi, nella nostra vita di cristiani, si possono verificare casi di idolatria. E la risposta, purtroppo, è stata affermativa. «Poco alla volta, quasi inconsapevolmente, si colloca Dio ai margini della propria vita e – ha notato il vescovo – si lascia la frequenza a celebrazioni religiose, si trascura la preghiera personale, si accettano compromessi morali. Si moltiplica il ricorso agli oroscopi, nella vana ricerca di sicurezza e di controllo della vita presente e degli eventi futuri».

E allora, ha concluso il vescovo, per noi cristiani l’unico modo di evitare i peccati di idolatria e di calunnia è la riscoperta «della parola giusta», ossia del Vangelo. «Come Pastore di questa Diocesi – ha ricordato – mi sono posto al suo servizio per annunciare il Vangelo dalla cattedra episcopale. Spero di aver usato sempre parole di vita e di Vangelo, in questi anni di fedeltà a Dio e all’uomo».

Un applauso ha salutato la fine della celebrazione e la festa attorno al vescovo è poi proseguita del giardino del Vescovado con un momento di fraternità.

 

(fonte e foto: Insieme Ragusa)

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