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San Giovanni "di gennaio", domani la festa esterna

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Ricorre oggi il 327mo anniversario del Terremoto nel Val di Noto, che interessò tutta la Sicilia ma che fu più catastrofico e maggiormente distruttivo nella Sicilia orientale e la Calabria meridionale .

“ Il Tremuoto grandi”, così lo definirono i contemporanei per la vastità impressionante dei danni che provocò e dei morti che si lasciò dietro, rappresenta, assieme ai terremoti del 1169 e del 1908, l'evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale.

Secondo recenti studi, in realtà, si potrebbe trattare di due eventi distinti: uno avvenuto il giorno 9 Gennaio 1693 e che colpì duramente molti centri della Sicilia - tra cui gravemente la città di Catania - e quello più devastante e significativo del giorno 11.

L'evento sismico provocò la distruzione totale di oltre 45 centri abitati, causando un numero complessivo di circa 60.000 vittime e raggiungendo in alcune aree il XII grado. Fu, fra l'altro, seguito da un maremoto che colpì le coste ioniche della Sicilia e lo Stretto di Messina interessando – con molta probabilità – anche le Isole Eolie.

Questa la testimonianza di chi visse quei tragici momenti:  « L'orribilissimo terremoto dell'anno 1693 è stato, senza alcun dubbio, il maggiore il più pernicioso che tra tanti avesse danneggiato la Sicilia, e sarà sempre l'infaustissima sua memoria luttuosa negli annali dell'isola, tanto per la sua durazione, quanto per la rovina portata dappertutto. Il giorno di venerdì 9 gennaio nell'ora quarta e mezza della notte tutta la Sicilia tremò dibattuta dalla terribile terremoto. […]Ma la domenica 11 dello stesso mese, circa l'ore 21, fu sconquassata tutta la Sicilia con violentissimo terremoto, con la strage e danno non accaduti maggiori ne' secoli scorsi. » (Istoria cronologica de' terremoti di Sicilia 1743 ).

Nel “Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani” risulta essere il più forte evento sismico avvenuto negli ultimi 1000 anni sull’intero territorio nazionale, collocandosi tra i terremoti maggiormente distruttivi della storia sismica italiana;  

Anche la provincia di Ragusa fu gravemente colpita e non da meno Vittoria, menzionata nel documento “Ruinae Urbium, Oppididorum et Pagorum dell’epoca, tra i centri urbani più colpiti: nell’ evento va ricordato il crollo della Chiesa Madre dedicata al Santo Patrono e del “miracolo” della testa di San Giovanni tante volte ascoltata dai nonni e dagli anziani.

Da quel lontano 11 Gennaio 1693, ogni anno, si ricorda l’ evento con una processione esterna del simulacro del Santo quasi a scongiurare futuri pericoli e danni alla città; anche questo anno sono previste manifestazioni e la oramai consueta processione di “ San Giuvanni di Jnnaru”, la domenica successiva al giorno 11.

 

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