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Siena come Vittoria: donna tenta il suicidio per la casa messa all' asta

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Sono ancora troppe le notizie che circolano sul web e sulla carta stampata, di persone, uomini e donne, che tentano il suicidio a causa della grave crisi che attanaglia ogni settore della vita.

Titolari di aziende che non riescono più a sbarcare il lunario, di imprenditori caduti in disgrazia e sul lastrico e, peggio ancora, di tanti che – non potendo più pagare – diventano facili prede degli “avvoltoi “delle aste giudiziarie.

Ultima delle serie, una donna disabile a Siena,  ha tentato il suicidio tagliandosi le vene all’ interno del tribunale civile di Siena, nel preciso istante in cui è giunta un'offerta di acquisto per la sua casa finita all'asta giudiziaria per l'insolvenza di un mutuo.

Qui la storia, pur se in tutta la sua tragicità, è finita bene e la donna non è in pericolo di vita, ma quanti ci hanno invece rimesso le penne per la disperazione, la vergogna, l’angoscia di perdere tutto e veder sfumati ed infranti i propri sogni?

Vittoria conosce bene situazioni simili, di gente con la casa all’asta nella più totale disperazione fino a compiere, per fortuna non tutti, l’insano gesto del suicidio; tutti ricorderanno il caso Guarascio ; c’è anche chi lotta, come nel caso del movimento NO ASTE i cui componenti sono da mesi “barricati” nel presidio permanente di piazza Gramsci per protestare contro le ingiustizie che sottendono, spesso e volentieri, le aste giudiziarie.

Lungi dal giudizio, spesso facile e frettoloso, nei confronti di chi ha scelto altre strade di protesta, forse estreme come la morte, il fatto è e rimane uno solo, lo stesso: non ci si può arrendere alla disperazione e soprattutto al sopruso.

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