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San Giovanni "i Jnnaru", pronto il programma. La memoria del grande Terremoto

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La Città di Vittoria si stringe attorno al suo Protettore e patrono San Giovanni Battista”, nel ricordo del grande terremoto dell’11 gennaio 1693, quel tragico e luttuoso evento sismico che rase al suolo gran parte della Sicilia orientale 327 anni fa.

La tremenda scossa fu avvertita fino in Calabria e fu di spaventosa e imponente potenza e portata. Vittoria rimase quasi indenne se non per il crollo della Chiesa Madre, dentro la quale trovarono la morte circa 40 fanciulli.

Secondo la tradizione, alimentata dalla devozione popolare, il glorioso Patrono, il Battista “allontano’” la sciagura di altri danni, con un “miracolo”, come si gridò all’epoca: la statua del Battista fu trovata “decapitata” della testa sotto le macerie, storia che tutti conosciamo perché tramandataci per secoli e ascoltata dai nonni.

Lo stesso Mons. F.La China nel suo “Vittoria dal 1693 al 1890, così scriveva: “Vittoria però ne fu salva, (dal terremoto n.d.a) tranne dell'antica Chiesa Madre, in cui il Battista volle rendersi mallevadore, offrendo Chiesa e Capo all'Altissimo, per liberare la sua diletta Vittoria; e tranne di quei quaranta ragazzi che perirono, mentre apprendeano la Cristiana dottrina"

La città reagì energicamente e con vigore, senza perdersi di animo e con generosità, affrontando ogni difficoltà a testa alta e con dignità, come nello stile e nel DNA del vittoriese, popolo solerte, tenace e laborioso.

Un giorno dedicato alla memoria, di ricordo e di preghiera e di ringraziamento, dunque, che da quella infausta data si perpetua ininterrotto anno per anno, con l’uscita del simulacro di San Giovanni e la processione per le vie del centro storico.

La Basilica di San Giovanni Battista ha già distribuito il programma per i festeggiamenti “di Jnnaru” che inizieranno venerdì 10 gennaio con un momento culturale: la presentazione di due testi scritti da autori vittoriesi: C’era una volta… il Regno di Maryland, di Rosa Maria Assenza e il Bacio di Venere di Salvatore Alfieri.  

Giorno 11 gennaio, 327 anniversario del terremoto, a partire dalle ore 8,00 si susseguiranno le messe in Basilica.

Domenica 12 gennaio, invece, la processione esterna con il venerato simulacro del Patrono che percorrerà le vie del centro storico, intorno alle 11.30.

Fede, culto, tradizione che non deve essere smarrita o sacrificata all’ altare della tanto invocata modernità, ma che deve essere preservata a perpetua memoria per molti secoli ancora.

 

 

 

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