Una "maglietta rossa" per testimoniare che si può rompere il muro dell'indifferenza

Orazio Rizzo
07/07/2018
Associazioni
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Una maglietta rossa da indossare oggi per tutta la giornata: è l’invito che negli scorsi giorni ha rivolto alla società civile, Don Luigi Ciotti, Presidente di “Libera”, per sensibilizzare la pubblica opinione sui fatti di sangue e morte che interessano i Paesi africani e perché non ci siano più morti nel mediterraneo.

A fargli da eco a Vittoria, l’ indomito Don Beniamino Sacco, fondatore e Presidente della Fondazione “Il Buon Samaritano” , definito da molti “prete coraggio” e che opera in uno dei quartieri più a rischio e periferici di Vittoria, il quartiere Forcone.

Quella di oggi non vuol essere una manifestazione di moda, che faccia tendenza o il tributo ad un Santo, ma il ricordo e la testimonianza viva per quanti sono morti in mare in cerca di salvezza dai regimi dittatoriali dei Paesi di origine, da guerre “intestine” spesso e purtroppo dimenticate dal mondo occidentale, ma da esse fomentate, da chi fugge per riprendersi la propria dignità calpestata e i propri diritti negati.

Ancora una volta Padre Beniamino Sacco, alza la voce a favore dei poveri, degli ultimi, di chi non ha più voce perché inghiottiti dal mare, dalle gelide e fredde acque del “Mar Mortum” come lo hanno definito in molti; il suo monito chiaro, senza parafrasi e diretto secondo il suo stile, ci invita ad una riflessione oculata ma fattiva, un invito al’ impegno personale, perché tutto questo non avvenga mai più.

Impegno, testimonianza che diventa monito per quanti “pensano” di giocare con la vita degli altri per questioni di “commercio o politica” come lo stesso scrive.

Questo il testo del suo invito:

Non è un tributo al nostro Patrono san Giovanni, né vuole essere una manifestazione di moda, bensì una testimonianza in ricordo di tutte le vitti, sacrificate sull’altare di quanti della vita altrui ne hanno fatto un commercio o una lotta politica.

Vuole essere la risposta all’invito di don Ciotti, fondatore di libera e baluardo di legalità, a tutti gli uomini di buona volontà, che non vogliono sottostare al pensiero di coloro, in nome di chi sa libertà, predicano l’esclusione come obiettivo primario delle loro idee, dimenticando che è in gioco la vita di persone e non la quantificazione di numeri. Il numero delle vittime destinate all’esclusione, purtroppo, aumenta di giorno in giorno.

Il rischio concreto è che ai numeri ci si può abituare o, quantomeno, non avvertire nessuna reazione interiore. Da qui l’importanza di farsi partecipi di tutte le iniziative che hanno come obiettivo di farsi voce di chi più voce non ha. Papa Francesco ricorda sempre che, di fronte alle tragedie umane, ci può essere un “silenzio responsabile”, che è il peccato più grave per chi crede nel rispetto della vita altrui.

La maglietta rossa è simbolo del sangue versato, ma anche di amore cercato. Indossiamola pensando a tutto il sangue versato, proponendoci però come risposta ai bisognosi d’amore.

(foto: Libera.it)

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