Le mamme coraggio di Vittoria scrivono a Musumeci. "Almeno a Pasqua riapra i cimiteri"

"Vorremmo chinarci e accarezzare le tombe dei nostri figli"

Orazio Rizzo
07/04/2020
Territorio
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L’emergenza Covid 19 ha imposto misure restrittive per arginare la diffusione del virus che, in tutto il mondo, ha già richiesto un sacrificio alto in termini di vite umane, soprattutto in Italia che rimane il paese europeo più colpito.

Le misure di contenimento hanno interessato tutti gli esercizi commerciali che non sono di utilità immediata, uffici, parchi ed anche i cimiteri.

Non è possibile – al momento – onorare i propri defunti, neanche il giorno di Pasqua. Ma come si fa a dire ad un caro, già in pena per la morte di un congiunto, che non potrà accarezzare quel freddo marmo per riscaldarlo con il prorpio amore e ornarlo con un fiore?

Soprattutto se parliamo di due genitori che hanno perduto un figlio e che ancora piangono distrutti da un dolore indescrivibile che ti lacera il cuore e ti segna la vita per sempre.

A Vittoria, un gruppo di mamme che hanno perduto il proprio figlio, da tempo si ritrovano per condividere le proprie esperienze, i sentimenti, il proprio dolore, ma anche per infondersi vicendevolmente coraggio e riuscire a lenire la pena.

Donne che non amano mostrarsi e che custodiscono gelosamente, ma con umiltà, il proprio dolore, senza ostentazioni o pietismo, che conducono una normalissima vita al servizio della famiglia e della società, e che serbano nel cuore un ricordo indelebile: quello del loro figlio/a adesso in paradiso.

Donne coraggiose che si affidano alla penna di una di loro, l’ Insegnante Silvana Lena, per scrivere al Governatore Musumeci, per chiedere la riapertura dei cimiteri – pur nel rispetto della legge e delle vigenti norme – almeno il giorno di Pasqua.

Una lettera che riceviamo e pubblichiamo con piacere, che attesta tutto il coraggio di queste madri e la volontà di “combattere” per il diritto di stare vicini alle persone care, ai figli, che adesso amano in modo speciale, nel giorno più importante per la cristianità.

Egregio Presidente,

sono Silvana una mamma nel dolore che Le scrive. Mi faccio portavoce di tutte le madri di Vittoria con un figlio in cielo. Scrivo al Presidente della Regione Sicilia, ma mi rivolgo al padre addolorato tanto quanto noi. Sopravvivere ad un figlio è la cosa più terribile che possa accadere all'essere umano. Il dolore che ci portiamo nel cuore  cesserà solamente al cessare della nostra esistenza sulla terra. In questo momento così atroce per l'umanità intera, il senso umano di "pietas" ci unisce tutti quanti. Vedere i mezzi militari trasportare i feretri ci ha colpito nel profondo e solo chi ha vissuto un grande dolore come il nostro sa che accompagnare il proprio caro alla "casa eterna" è un atto che non si può negare a nessuno, ma al tempo del "coronavirus" questo ci è stato negato... Anche questo ci ha fatto il nemico

invisibile! Carissimo Presidente, è passato quasi un mese da quando è arrivata l'ordinanza contingibile e urgente di chiudere anche i cimiteri. Per noi mamme è stato un ulteriore dolore che abbiamo raccolto per il bene comune. Io sono un'insegnate e come tale rappresento un pubblico ufficiale. E' mio dovere e compito esortare gli alunni e le famiglie a restare a casa. La mia scuola, come tutte le scuole d'Italia, ha, sin dal primo momento, sostenuto, e continuerà a farlo, bambini e ragazzi con la didattica a distanza e non solo, senza annaspare e senza chiedersi il perché e il per come, ma attivandosi per non lasciare nessuno da solo. Le nostre attività didattiche sono precedute dall' #IoRestoaCasa.

Carissimo Presidente, mancano pochi giorni alla Santa Pasqua, solo per questo giorno, noi mamme vorremmo, come è nostra consuetudine, chinarci sulla tomba dei nostri adorati figli e sfiorarle con le nostre carezze. Il cimitero di Vittoria, ma penso anche tutti gli altri, si estende su un'ampia superficie quadrata e oltretutto il luogo citato non è nè un parco giochi nè un luogo di divertimento, quindi il rischio di assembramento è ridotto a zero. Non sarò io a dirLe come regolamentare le entrate in quel luogo Santo, ma siamo noi, madri nel dolore, a dire che dietro una legge, anche la più ferrea, c'è il buon senso e l'umanità del legislatore che la esprime.

Mi auguro di tutto cuore che nel leggere queste mie righe, stia già pensando a come venirci incontro.

In attesa di un Suo riscontro, Le porgo i miei saluti e Le auguro un Buon Lavoro.

Silvana Lena

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