Migranti annegati nel Mediterraneo. Don Beniamino Sacco:"Povera Europa, priva di umanità"

Orazio Rizzo
27/04/2021
Associazioni
Condividi su:

Una nuova tragedia in mare, l’ennesima! Si è consumata a pochi chilometri dalle nostre coste, in acque internazionali, nell’indifferenza generale della opinione pubblica, dei Media, ma soprattutto delle Istituzioni a cui spetta il dovere di evitare che avvengano queste tragedie.

Un silenzio complice, doppiamente colpevole, che è costata la vita a 130 persone, stipate su un gommone in cerca di speranza, di un lavoro, della libertà spesso negata nei loro Paesi di origine. Si sono avventurati in mare lasciando le coste libiche in condizioni di mare proibitive, poi la tragedia. Colpevoli di inseguire il loro sogno, quello di poter vivere dignitosamente e di sostenere le proprie famiglie in difficoltà.

Un doppio dramma: quello di giovani vite spezzate, uccise soprattutto dall’indifferenza e dai mancati soccorsi  che avrebbero potuto evitare il ribaltamento del mezzo di fortuna, portando in salvo e al sicuro gli occupanti. L’altro, quello di decine di famiglie che non sapranno mai, forse, ciò che è successo ai loro cari.

Su questi recenti fatti è intervenuto Don Beniamino Sacco,parroco a Vittoria che da circa 30 anni si occupa di accoglienza a 360 gradi. La Fondazione “Il Buon Samaritano”, dallo stesso fondata e diretta, gestisce un centro di accoglienza per richiedenti asilo, oltre alla mensa per i poveri che distribuisce giornalmente, tutto l’anno e senza sosta, pasti caldi, offre un servizio doccia e vestiti a quanti sono in condizioni di necessità. Non solo migranti!

Poche righe per raccontare il rammarico e il dolore per questa tragedia che qualcuno ha definito “annunciata”; un messaggio semplice che arriva diritto al cuore del problema: la mancanza di umanità e dello spirito di accoglienza.

“Tante cose accomunano i Popoli d’Europa – scrive don Sacco - tali da renderli orgogliosi:  la cultura, l’arte, l’economia, la libertà. Sono i fiori all’occhiello di questa unità di popoli diversi, tutti attratti dal desiderio di unità, di potenza, di confronto con altre potenze, sempre sul punto di decollare, ma con poco carburante a disposizione. Così come tante sono le cose ancora da divenire, un sogno che spesso si infrange nelle onde dei personalismi di piccoli potenti in cerca di gloria. Così l’Europa resta in un’idea molto lontana dal pensiero originale, concepito da uomini illuminati che sapevano volare in alto e sognare in grande. In questa ricerca di identità ancora tutta da scoprire, emergono - con una continuità allarmante - situazioni angoscianti e lesive della dignità della persona umana”

Il Mediterraneo, da sempre luogo di incontro tra popoli e culture diverse, ultimamente è al centro di un dibattito politico che spesso si trasforma e genera scontro ideologico, demagogico tra Stati.

Continua Don Beniamino: “Da anni l’Europa ha un cimitero la cui capienza nessuno conosce. E’ il Mar Mediterraneo, il “Mare Nostrum”, da alcuni decenni ribattezzato come cimitero di giovani, morti mentre navigavano su carrette improvvisate, in cerca di fortuna. Nessuno sa, se non in modo approssimativo, quante sono le vittime inghiottite dai suoi flutti in questi anni. Alcuni parlano di più di 20.000. Ma il numero sembra essere è in difetto. Sappiamo che le ultime sono circa 130. Pare, così ci dicono gli informatori, che queste, prima di cedere alle potenze del mare per 24 ore, hanno gridato “Aiuto!”. Ma dall’altra parte del filo nessun segno di vita. I potenti d’Europa erano affaccendati in altro: alcuni impegnati a far quadrare i conti interni. Altri a sistemare le carte per accedere ai Recovery Bond. Altri ad aizzare la gente contro gli immigrati. Altri ancora ad erigere muri e fili spinati per impedire agli “invasori” di mettere piede sul “patrio suolo”.  Povera Europa! Colta, piena d’arte, ma così priva di umanità e di spirito di accoglienza. Un cimitero che è la vergogna dell’Italia, della Germania, della Francia e di tutti gli altri popoli che fanno parte di questa comitiva Europea. Nonostante il coronavirus, con i suoi milioni di morti, continuiamo a proteggere egoisticamente ciò che abbiamo e non ascoltiamo il grido angosciante di quanti bussano alla porta del nostro cuore”.

Una amara riflessione che interroga non solo i potenti, gli amministratori del bene pubblico e chi ha responsabilità dirette, tutti presi da altri problemi e sordi davanti al grido di chi chiede aiuto, le parole di Don Beniamino sono rivolte anche a quanti si professano “credenti” chi ha una fede, chi dovrebbe esercitare la carità sopra ogni cosa. 

“Quasi tutti i popoli europei – chiosa Don Sacco -  si definiscono “cristiani”, il cui messaggio si compendia nel comandamento nuovo “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”, restiamo chiusi nel nostro piccolo mondo per paura di essere derubati dalle nostre piccole sicurezze. In questi giorni, molti operatori economici in difficoltà, chiedono, giustamente, di riaprire, nel rispetto delle norme, i loro esercizi commerciali. Sarebbe bello se provassimo ad aprire anche i nostri cuori per liberarli dai virus che ammorbano il mondo, cioè dall’egoismo e dall’indifferenza. Papa Francesco da anni si batte con “testardaggine” contro questi Virus. Proviamo ad ascoltarlo”. (foto: Avvenire)

Leggi altre notizie su Vittoria Daily
Condividi su: