Azienda Donzelli: protesta ad oltranza degli operai, sono 80 e rischiano di rimanere senza lavoro

L'Avvocato Santino Garufi: presentata richiesta riesame

redazione
06/03/2016
Attualità
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Dopo aver appreso la vicenda dell’azienda vittoriese Donzelli, per lo smaltimento di plastica sottoposta a sequestro dalle Fiamme Gialle di Ragusa,  e che ha suscitato non poco scalpore nella comunità locale, scendono in campo gli operai della stessa che, ad oltranza, manifesteranno il disappunto per essersi ritrovati "fuori" e con il rischio di agonizzare per la perdita del lavoro. Stamattina infatti dalle 8.30 alle 12.30 gli stessi si sono recati in provincia, per manifestare il proprio disappunto, in quanto lo stesso legale avv. Santino Garufi, raggiunto al telefono dalla nostra redazione, recitava : "...sottoporre a sequestro le aree esterne all'insediamento industriale..." appunto, "esterne", gli operai dunque possono continuare a lavorare, intanto si proseguirà alla richiesta del riesame, anche perchè esistono le autorizzazioni..."

La stessa domanda se la sono posta gli operai che vogliono tornare a lavorare, in allegato l'elenco di alcuni degli operai che da oggi "non si fermeranno". Intanto riproponiamo il comunicato stampa pervenuto in redazione.

"Le informazioni giornalistiche in ordine al sequestro della SIDE hanno evidenziato tali inesattezze e scenari del tutto immaginari che meritano sin da adesso delle precisazioni . Il reato che viene ipotizzato essere stato commesso e’ quello di attivita’ di gestione di rifiuti non autorizzata. Il rilievo non e’ certo esclusivamente terminologico-formale perche’ possiamo sin da adesso dichiarare che tale reato e’ del tutto inesistente in quanto e’ INDISCUSSO e INDISCUTIBILE che la SIDE e’ in possesso di tutte le autorizzazioni regolamentate dalla legislazione nazionale ed europea in materia di smaltimento di rifiuti. E’ del tutto evidente che gli organi investigativi si sono sostituiti ai soggetti istituzionalmente preposti ed hanno ipotizzato, senza alcuna garanzia, l’illecito smaltimento di rifiuti. Del resto anche il decreto del P.M. contiene l’affermazione della “necessita’” di disporre accertamenti e non della prova che costituisce l’unico strumento per addebitare i reati oltre ogni ragionevole dubbio. Nessuno vuol criticare la “necessita’” di disporre accertamenti al fine di “pervenire” alla prova dell’illecito (?????) e solo incomprensibile che per tale accertamento si sia disposto la chiusura di una industria e di un intero ciclo produttivo bloccando un indotto che da lavoro a piu’ di duecento operai la sciando altrettante famiglie senza prospettive di lavoro e di serenita’ economica quanto la stessa “necessita’” poteva essere soddisfatta con sondaggi e carotaggi ed approfondite analisi su campioni (bastavano due bottiglie di un litro per effettuare tali accertamenti) e non di certo il blocco della lavorazione con tutte le conseguenze del caso. Per cui il riferimento contenuto nel decreto di sequestro e nei titoli giornalistici e’ del tutto ECCENTRICO E DECISAMENTE FUORVIANTE. Va, per ultimo, solo accennato, che trattasi di rifiuti non pericolosi e tanto per semplificare il concetto di processi di lavorazione del film di polietilene dismessi nelle aree adibiti in agricoltura in serre e pertanto teso a limitare l’inquinamento di film di polietilene che prima venivano bruciati nei terreni adiacenti alle campagne con gravi danni all’ambiente!!!! Sicuri che il Tribunale farà chiarezza e dara’ pace a tutte le famiglie che attendono trepidamente la possibilità di ritornare a lavorare ci sembrava giusto evidenziare tutte le inesattezze che sono state riferite attraverso i mezzi di informazioni ed evidenziare come tale provvedimento, in ogni caso, provochera’ dei danni enormi all’impresa ed a tutto l’indotto."

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