Il turno di ballottaggio a Vittoria presenta una anomalia con due candidati che, deboli nelle loro prospettive politiche e amministrative, cercano di attrarre fette di elettorato di provenienza diversa . Ciò si è chiaramente esplicato in Giovanni Moscato - esponente di F.lli d’Italia, da sempre appartenente alla destra vittoriese allevato alla scuola di Alleanza Nazionale di Lagrua e Incardona - con il riciclo di ex consiglieri , incaricati e amministratori della Giunta Nicosia e con il ripudio momentaneo dei simboli dei partiti della destra e in Aiello, storicamente di sinistra, che, però, negli ultimi anni ha fatto del qualunquismo e del “tornacontismo” il proprio credo, alleandosi di volta in volta con Incardona, Raffaele Lombardo, Miccichè e anche direttamente con Moscato nella macedonia consiliare che per anni hanno chiamato progetto di alternativa al governo cittadino del Pd. In più , ha “imbarcato” per il sostegno al secondo turno esponenti politici da sempre a destra come Artini e Terranova . Aiello e Moscato , fino allo scorso anno , avevano provato, collaborando strettamente, a generare un progetto comune di alternativa al Pd che doveva comprendere anche i pochi di Sel ( scomparsi completamente dalla scena) che è naufragato per i relativi personalismi . In questi ultimi giorni di attesa stiamo assistendo ad una campagna elettorale che punta all’esasperazione dei toni , alle “voci” diffuse ad arte su accordi fantomatici e inesistenti, senza pubblici confronti tra i due e priva di qualsiasi contenuto che spieghi ai cittadini quali direttrici i candidati intendano seguire per lo sviluppo della Città. Molti cittadini sono indecisi e stanno valutando di scegliere il “meno peggio” e sono naturalmente liberi di farlo, nello stesso tempo mi sembra opportuno, oltre a ribadire la decisione della segreteria del Partito democratico e delle Liste collegate Lp x Vittoria e #nuoveidee- i democratici che ha rimarcato l’assoluta distanza tra il nostro progetto politico-programmatico e i due candidati al ballottaggio e quindi la scelta di non votare per nessuno dei due, esternare e motivare la mia scelta. I voti non validi esprimono un dissenso diverso dalla semplice autoesclusione dalle urne di chi non va a votare , l’insoddisfazione per l’offerta acquista un significato specifico al ballottaggio: storicamente gli elettori che hanno invalidato il loro voto al primo turno non ritengono di impegnare oltre il loro tempo in una competizione che non gli interessa. Quindi invito gli elettori del centrosinistra che non vogliono fare la scelta del “male minore”, pur nella libertà di chi ritiene che non recarsi al voto sia il proprio modo di esternare il dissenso verso i due candidati , a recarsi alle urne per invalidare la scheda o per consegnarla bianca .