Caso Loris: 555 contatti telefonici con il suocero, Veronica punta il dito, il Gup "capace di intendere e volere"

Giorgia Giunta
21/06/2016
Cronaca
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Udienza ieri mattina a Ragusa per Veronica Panarello, accusata di aver ucciso il figlio Loris nel 2014. A parlare, ieri, solo i periti del Gup, Eugenio Auguglia e Roberto Catanesi, che hanno giudicato la donna capace di intendere e volere. Per la difesa, invece, il volere è condizionato da “sintomi patologici con disturbi della personalità che incidono in maniera cospicua nel suo agire”. Diversa la versione dei periti di Francesco Villardita, l'avvocato della Panarello, secondo cui Veronica ha un cervello più simile a quello dei malati di mente rispetto alle persone cosiddette normali. La donna, intanto, continua a puntare il dito contro il suocero accusandolo di aver ucciso Loris perché avrebbe scoperto la relazione fra i due. A suo dire, Andrea Stival avrebbe strangolato il nipote con un cavo da computer. Lo stesso, poi, avrebbe gettato il corpo del nipote nel canalone. Una ipotesi che, secondo l'anatomopatologo Giuseppe Iuvara, però, non collima con quanto emerso dal suo lavoro. Sul collo del piccolo, secondo il medico, c'è il segno lasciato da una fascetta di plastica e, se a portare il corpo nel canalone fosse stato l'uomo, non ci sarebbero state impronte di trascinamento nell'area del canalone, data l'altezza del suocero. Il colpo di scena, ieri, lo ha riservato la difesa che, a sostegno della tesi che fra i due vi fosse una relazione, ha mostrato l'alto numero di contatti telefonici intercorsi fra i due: ben 555 contatti telefonici fra aprile e novembre 2014. Un dato che, però, per l'accusa, non incide sulle indagini dato che l'uomo non è comunque collocabile sul luogo del delitto. Il nonno di Loris, intanto, continua a ripetere di essere sempre a disposizione degli inquirenti.

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