Il cervello umano: il suo sviluppo continua anche nell'età adulta

Una ricerca stravolge la più consolidata delle teorie del suo sviluppo

Stefania Incardona
07/01/2017
Attualità
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Un studio eseguito nel campo della neuroscienza crea stupore tra gli studiosi e capovolge la più consolidata delle teorie sullo sviluppo del cervello umano.

E’ smentita la teoria secondo la quale una volta raggiunta l’età adulta il cervello resta uguale a stesso, ma continua a crescere, almeno in una sua parte.La ricerca è stata  pubblicata sulla rivista Science  e il suo promotore è Jesse Gomez dell' Istituto di Neuroscienze dell'università californiana di Stanford. I risultati dimostrano che una parte del cervello, quella specializzata nel riconoscere i volti, si forma nuovo tessuto capace di adempiere nuove funzioni. Un’ area molto importante, valutando che la capacità di riconoscere i visi è cruciale per avere una vita sociale, nei giovani come negli adulti.

I cambiamenti che riguardano questa aera de cervello sono stati raccolti e documentati osservando il cervello in attività di soggetti,sia adulti che bambini, con una tecnica non invasiva come la Risonanza magnetica  nucleare. Precisamente  i soggetti in questione erano 22 bambini e 25 adulti. L’osservazione di questi dati evidenzia che la regione del cervello che aiuta a riconoscere i visi continua a svilupparsi negli adulti. Non accade lo stesso nell'area che permette di riconoscere i luoghi, che resta invariata con il passare degli anni.

"Vediamo che questo tessuto cresce realmente", ha detto Gomez. I risultati "indicano che ci sono dei cambiamenti concreti nel tessuto cerebrale che avvengono durante lo sviluppo, ha osservato il direttore dell' Istituto di Neuroscienze di Stanford, Kalanit Grill-Spector. "Penso - ha aggiunto - che questo sia fantastico."

Fino ad oggi era noto che nell’infanzia e nell’adolescenza si realizza un processo di eliminazione delle sinapsi, ossia delle connessioni tra i neuroni, ormai diventate inutili per dare spazio a quelle più produttive, cioè cambiava la plasticità del cervello. Adesso si è visto che avviene anche un altro mutamento, associato a qualcosa in più. Gli studiosi hanno chiamato il fenomeno "proliferazione di microstrutture". Tuttavia  non sono ancora in grado di specificare quale sia la natura delle microstrutture. Si ipotizza  che siano le 'ramificazioni' dei neuroni, ossia strutture chiamate dendriti ,le quali  possono essere organizzate in modi diversi.

Ascoltiamo il parere di Raffalella Tonini, esperta di Neuroscienze dell'Istituto Italiano di tecnologia (Iit): "E’ una ricerca molto interessante e importante e segna un notevole avanzamento perchè potrebbe avere implicazioni nella comprensione dei meccanismi alla base dei disordini dello sviluppo che portano a disturbi come autismo e schizofrenia".

Queste nuove conoscenze aprono anche la "possibilità di identificare altri bersagli molecolari".

 

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