143 migranti ed un solo scafista

In Libia costretti a pagare per avere del cibo all’interno dei capannoni prima della partenza

Concita Occhipinti
22/04/2017
Cronaca
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La Polizia a seguito dello sbarco di ieri mattina ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di Cherno Momodu Jallow, gambiano di 19 anni.  I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

Alle ore 16.32 del 18 aprile scorso, su disposizione di MRCC Roma, le unità navali della Guardia Costiera CP302 e CP310 procedevano al soccorso di un gommone con a bordo 143 migranti in precarie condizioni di galleggiabilità. Sempre su disposizione di MRCC, i migranti, alle ore 19,30 successive venivano trasbordati sulla nave “VOS PRUDENCE” di MSF che provvedeva a condurli presso il porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 08 di ieri. Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot per le operazioni di pre-identificazione. 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria. Il Funzionario della Polizia di Stato, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni di centinaia di migranti, in piena sinergia con i funzionari della Prefettura che coordinano la “macchina” dell’accoglienza. Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni. Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri uomini appartenenti alle Forze dell’Ordine ed all’Esercito Italiano, così come gli Enti inviati dalla Prefettura di Ragusa, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e medici dell’A.S.P. per le visite mediche.  Le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultano sempre complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti numerose incombenze, così da permettere un immediato invio dei migranti in idonee strutture d’accoglienza individuate dalla Prefettura in base ad un articolato piano di riparto nazionale del Ministero dell’Interno. La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato - Squadra Mobile Questura di Ragusa - con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto lo scafista del gommone soccorso. In questo caso il lavoro degli investigatori è stato meno difficoltoso stante le ricerche dello scafista solo in ordine ad un gommone e non a più imbarcazioni come solitamente accade. I testimoni hanno subito riferito delle responsabilità dello scafista indicando tra le foto mostrate, colui che era stato al timone lungo tutto il viaggio. I migranti, oltre ad avere individuato lo scafista, hanno anche riferito di violenze inaudite subite in Libia. All’interno dei capannoni, comunemente chiamati connection house, i trafficanti libici non davano cibo a chi non pagava. Non solo li tenevano chiusi sotto la manaccia delle armi ma, per mangiare li obbligavano a pagare altrimenti niente. Per questi maltrattamenti e per denutrizione, i migranti hanno riferito che due giovani ragazzi sono deceduti prima della partenza.

Al termine delle indagini è stato possibile acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dello scafista centro africano, responsabile, senza alcun dubbio, secondo i testimoni ascoltati, di aver condotto, per ottenere un profitto ingiusto, il gommone poi soccorso. L’arrestato è stato condotto presso l’istituto di pena di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2017 sono 32 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

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