Brusco arresto per la Ragusa-Catania: pochi alberi ed un vincolo ambientale frenano l'opera

Occorrerà variare il progetto?

Orazio Rizzo
05/07/2017
Attualità
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La superstrada Ragusa - Catania è davvero diventata la saga de “la storia infinita”.

Erano stati annunciati le aperture dei canteri per ottobre di quest’anno, ma tutto slitterà a data da destinarsi per un vincolo paesaggistico che mette – almeno per il momento- in standby un progetto di 850 milioni di euro.

Il caso: il 5 giugno scorso, si è tenuta a Catania una conferenza dei servizi, ma nel corso dell’incontro erano emerse alcuni criticità circa il tracciato con le sue ripercussioni di impatto ambientale e sul Piano paesaggistico; Piano che era stato studiato successivamente la presentazione del nuovo progetto esecutivo e di conseguenza non ne aveva tenuto conto, ma che di fatto blocca definitivamente i sogni e le speranze di migliaia di utenti della strada e di intere Province.

Un esiguo lembo di terra, proprio sotto il bosco di Roccazzo, circa una decina o poco più di alberi, “protetti” dal vincolo paesaggistico e quindi non rimovibili, hanno bloccato i lavori;  su quel tratto sarebbero dovute passare due delle quattro corsie previste.

Occorre rivedere e variare il progetto, quindi, deviare il percorso molto probabilmente, con aggravio di spese e lungaggini amministrative che di fatto faranno slittare i tempi di realizzazione dell’ opera.

Una soluzione ci sarebbe: una norma autorizzerebbe la giunta regionale ad assumersi l’onere e quindi la responsabilità, di derogare dai vincoli per la realizzazione di “grandi opere strategiche”, proposta subito contestata da Legambiente che non ha apprezzato il “tiro mancino “ del governo Crocetta.

In una nota, gli ambientalisti siciliani non le mandano certamente a dire dichiarando che: “Il governo Crocetta ci riprova, e tenta, ancora una volta, di smantellare i piani paesaggistici. Sarebbe l´ennesima vergogna, un’altra ragione in più per non sentirsi degni di essere siciliani. La norma è gravissima e interviene a ritroso pure su opere per cui si sono definiti i provvedimenti di diniego per contrasto con i piani recentemente approvati».

La storia continua ma con un finale purtroppo tristemente noto; un film visto e rivisto troppe volte: giochi di potere, rimbalzi di responsabilità, progetti da rifare e nuove variati da approvare.  Vedremo mai realizzata una struttura di fondamentale importanza per le nostre terre, per il nostro commercio e lo sviluppo economico e turistico?

Ai posteri l’ardua sentenza!

 

 

 

 

 

 



 

 

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