Nelle ultime settimane, tanto s’è parlato delle elezioni regionali in Sicilia in tutta Italia. Ma perché è stata data così tanta importanza alla campagna elettorale di una singola regione? Procediamo con ordine. Dal 10 Novembre 2012 era in carica Rosario Crocetta, uomo di partito di sinistra. I suoi provvedimenti sono stati maggiormente incentrati verso l’eterna lotta alla mafia e alla corruzione e particolarmente verso lo sviluppo economico dell’isola. La maggioranza dei cittadini siciliani, secondo alcuni sondaggi di qualche anno fa, sarebbe stata pronta a votare il Presidente che tanto aveva fatto. Pochi altri candidati avrebbero avuto il coraggio di candidarsi, poiché probabilmente avrebbero subito un K.O tecnico. Il 19 Luglio 2017, Crocetta annuncia perciò la sua ricandidatura con la lista “Il Megafono”; tuttavia, il 3 Settembre dell’anno corrente vede il ritiro della lista a causa di un’imprevista mancanza di sostegno dal partito politico che aveva pubblicizzato Crocetta durante le elezioni precedenti. Inutile dire che, alla vista di una preda così succulenta senza possibile proprietario, tutti i politici italiani vi si sono avventati in un baleno. Le più importanti liste disponibili sono dunque le seguenti: Diventerà Bellissima di Nello Musumeci, il Movimento 5 Stelle di Giancarlo Cancelleri e il Partito Democratico di Fabrizio Micari. Domenica 5 Novembre vengono finalmente aperte le urne, ma evidentemente la maggioranza dei cittadini siciliani non aveva compreso l’importanza della questione: il 53% della popolazione dell’isola non ha assolutamente mosso un dito in favore o contro qualche lista, lasciando la scelta della guida della regione al numericamente inferiore restante 47%. Il risultato finale è la vittoria della lista Diventerà Bellissima di Musumeci, per il circa 40% di votanti a favore