Ricorre giorno 11 gennaio, il 325mo anniversario del Terremoto nel Val di Noto, che interessò tutta la Sicilia e che fu avvertito perfino a Malta; il più catastrofico e maggiormente distruttivo nella Sicilia orientale e la Calabria meridionale .
“ Il Tremuoto grandi”, così lo definirono i contemporanei per la vastità impressionante dei danni che provocò e dei morti che si lasciò dietro, rappresenta, assieme ai terremoti del 1169 e del 1908, l'evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale.
Secondo recenti studi, in realtà, si potrebbe trattare di due eventi distinti: uno avvenuto il giorno 9 Gennaio 1693 e che colpì duramente molti centri della Sicilia - tra cui gravemente la città di Catania - e quello più devastante e significativo del giorno 11 gennaio.
L'evento sismico provocò la distruzione totale di oltre 45 centri abitati, causando un numero complessivo di circa 60.000 vittime e raggiungendo in alcune aree il 12 grado. Fu, fra l'altro, seguito da un maremoto che colpì le coste ioniche della Sicilia e lo Stretto di Messina interessando – con molta probabilità – anche le Isole Eolie.
Questa la testimonianza di chi visse quei tragici momenti:
« L'orribilissimo terremoto dell'anno 1693 è stato, senza alcun dubbio, il maggiore il più pernicioso che tra tanti avesse danneggiato la Sicilia, e sarà sempre l'infaustissima sua memoria luttuosa negli annali dell'isola, tanto per la sua durazione, quanto per la rovina portata dappertutto. Il giorno di venerdì 9 gennaio nell'ora quarta e mezza della notte tutta la Sicilia tremò dibattuta dalla terribile terremoto. […]Ma la domenica 11 dello stesso mese, circa l'ore 21, fu sconquassata tutta la Sicilia con violentissimo terremoto, con la strage e danno non accaduti maggiori ne' secoli scorsi. » (Istoria cronologica de' terremoti di Sicilia 1743 )
Nel “Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani” risulta essere il più forte evento sismico avvenuto negli ultimi 1000 anni sull’intero territorio nazionale, collocandosi tra i terremoti maggiormente distruttivi della storia sismica italiana;
Anche la provincia di Ragusa fu gravemente colpita e non da meno Vittoria, menzionata nel documento “Ruinae Urbium, Oppididorum et Pagorum dell’epoca, tra i centri urbani più colpiti: nell’ evento va ricordato il crollo della Chiesa Madre dedicata al Santo Patrono e del “miracolo” della testa di San Giovanni tante volte ascoltata dai nonni e dagli anziani.
Da quel lontano 11 Gennaio 1693, ogni anno, si ricorda l’ evento con una processione esterna del simulacro del Santo, quasi a voler scongiurare futuri pericoli e danni alla città; anche questo anno sono previste manifestazioni e la oramai consueta processione di “ San Giuvanni di Jnnaru”, la domenica successiva al giorno 11, che quest’anno cade il giorno 14.
La celebrazione sarà presieduta dal Vicario generale della Diocesi di Ragusa, Don Roberto Asta, a cui seguirà la processione con il venerato simulacro del Battista per le vie storiche del centro storico, le vie “do’ viaddiu”; per l’occasione, sia il girono 11 che il 14 gennaio, saranno aperti in via straordinaria, il Museo d’Arte Sacra “Mons. Federico la China" e il Presepe monumentale e biblico” presso il complesso dell’ antica chiesa di S. Antonio Abate.