San Ciuvanni ri Jnnaru: memoria, ricordo e festa. a 325 anni dal "Terremuotu granni"

Moscato: "Da quegli eventi traiamo un insegnamento grandioso"

Orazio Rizzo
11/01/2018
Tradizioni
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La Città di Vittoria ricorda con gratitudine la salvezza dal terremoto dell’11 gennaio 1693 e si stringe attorno al suo Protettore San Giovanni Battista”.

Ha esordito così ieri il sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, dalla sua pagina social, ricordando quel triste e luttuoso evento avvenuto 325 anni fa e che rase al suolo gran parte della Sicilia orientale; la scossa fu avvertita fino in Calabria e fu di spaventosa e imponente potenza. Vittoria rimase quasi indenne se non per il crollo della Chiesa Madre dentro la quale trovarono la morte circa 40 fanciulli.

Un giorno di memoria, di ricordo e di preghiera, dunque, che da quella infausta data si perpetua incessante anno per anno.

“A 325 anni di distanza, continua Moscato, questo rimane un giorno di memoria, ringraziamento e festa allo stesso tempo. Memoria perché è giusto ricordare le vittime vittoriesi, nostri concittadini al di là del tempo. Ringraziamento perché è importante rispettare, ed unirsi, alla pietà popolare tradizionale e al sentimento religioso della maggior parte dei vittoriesi che vedono in San Giovanni Battista il protettore dalla "catastrofe" che si abbatté sulla città”.

Si, secondo la tradizione, alimentata dalla devozione popolare, il glorioso Patrono, il Battista “allontano’” la sciagura di altri danni, con un “miracolo”, come si gridò all’epoca: la statua del Battista fu trovata “decapitata” della testa sotto le macerie, storia che tutti conosciamo perché tramandataci per secoli e ascoltata dai nonni.

Lo stesso Mons. F.La China nel suo “Vittoria dal 1693 al 1890, così scriveva: “Vittoria però ne fu salva, ( dal terremoto n.d.a ) tranne dell'antica Chiesa Madre, in cui il Battista volle rendersi mallevadore, offrendo Chiesa e Capo all'Altissimo, per liberare la sua diletta Vittoria; e tranne di quei quaranta ragazzi che perirono, mentre apprendeano la Cristiana dottrina"

Oltre che giorno di memoria e preghiera, per Moscato l’11 gennaio rappresenta anche un momento di festa; così spiega lo stesso sindaco: “Festa perché da quegli eventi traiamo un insegnamento grandioso: mai i vittoriesi si sono fatti abbattere nella calamità, e nel momento della prova sono sempre riusciti ad eccellere e ad operarsi, in unione e tenacia, per la costruzione di opere meravigliose”.

La città reagì energicamente e con vigore, senza perdersi di animo e con generosità, affrontando ogni difficoltà a testa alta e con dignità, come nello stile e nel DNA del vittoriese.

Lavoro duro e tenaciaconclude il Sindaco -  sono prerogative dei vittoriesi di tutti i tempi, anche quelli di oggi che hanno dato prova, in momenti di crisi e catastrofi moderne, di sapere affrontare tali difficoltà a testa alta, con pazienza e col duro lavoro. Elementi di dignità e grandezza d’animo che contraddistinguono Vittoria dal 1693”

(foto: Vittoria Cristiana Cattolica)

 

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