Caso Dezio: interviene a tutela e difesa l' avvocato della famiglia, Giuseppe Russotto

Russotto: "Si spera che la verità venga acclarata”.

Redazione
21/02/2018
Cronaca
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A distanza di poche ore dalla notizia dell’arresto del 41enne imprenditore vittoriese, Rosaro Dezio, i commenti più svariati corrono veloci sul web.

Come spesso accade in questi casi, il popolo virtuale si è diviso in due: l’accusa e la difesa!

Informare è un libero diritto sancito dalla Costituzione  ed è sostanzialmente quello di fornire un’informazione il più possibile obiettiva, ossia imparziale e completa e rispettosa della personalità altrui, come del resto viene confermato dalla giurisprudenza.  

Da sempre questa redazione si è mostrata attenta al sacrosanto principio di informazione genuina, corretta e imparziale, dando spazio a tutti e non presumendo mai di detenere la verità assoluta su uno o più fatti.

Questo è il nostro compito, questo è quello che facciamo !

Abbiamo sempre concesso il diritto di replica, il contraddittorio tra le parti, sposando in toto il contenuto dell’art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che recita: “Tutti gli accusati di un reato hanno diritto alla presunzione di innocenza fino a quando il colpevole, secondo la legge, in un pubblico processo, nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per protezione”

Siamo e rimaniamo rispettosi e fiduciosi nella giustizia, del suo corso e del lavoro degli inquirenti.

Per questo principio, pubblichiamo integralmente la nota dell’Avv. Giuseppe Russotto, legale di Rosario Dezio, che interviene sui fatti a nome dello stesso e della famiglia.

“Oggi ho ricevuto varie telefonate da amici, interessati ad apprendere qualcosa in più rispetto a quanto comunicato attraverso le news telematiche, grazie ad un comunicato stampa del Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ragusa, che mi è stato recapitato e che mi lascia alquanto perplesso, pur se comprendo l’aspirazione della polizia a mostrarsi amica dei cittadini per bene, grazie alla collaborazione dei quali può assicurare la sicurezza sociale. Il comunicato è, però, molto lacunoso ed in larga misura indiscriminatamente accusatorio, per cui è censurabile, al di là del fatto che deve informare; l’informazione, infatti, è sacrosanta, ma deve essere utile anche a formare culturalmente chi legge e non è ammissibile fornire informazioni unilaterali. I fatti.

Alla fine dello scorso mese di gennaio una delle tre aziende Dezio subisce una grave perdita economica; una serra estesa 18.500 mq. circa viene aggredita e distrutta dal gelo perché non si riesce ad accendere le stufe, rivelandosi i fusti che erano pieno di nafta agricola del tutto vuoti. Si sospettano furti, per cui si inizia ad indagare.  La sera del 13 febbraio Rosario Dezio si apposta a distanza di una serra; intravede due individui con torce elettriche, che girano all’interno della serra e che si accingono a rubare la nafta; distratto dal rumore di bombole che urtano fra loro, si sposta nel vicino deposito, dove constata la presenza di uno dei suoi dipendenti, che viene fuori dal tetto del deposito ove era stato praticato un buco, avendo già preparato 4-5 bombole di gas da portare via. Lo affronta ed ha la meglio. L’indomani mattina prova a capire chi siano i concorrenti nel reato di furto, aggravato e continuato, sia di bombole di gas che di nafta agricola; scopre che fra i collaboratori del primo c’è uno di fiducia, di origine niscemesi, da anni dipendente, che riceve gratis sia bombole che nafta, mentre un altro ha il pieno di nafta agricola nella sua auto e confessa il furto, indicando dove può trovare gli altri due; sono a Vittoria negli spogliatoi del campo di calcetto attiguo al mercato dei fiori, altro che casolare!


Sul posto si reca anche il cognato di Dezio per evitare aggressioni; parlano con i due rumeni ed insieme tornano in azienda per capire tramite un confronto chi rubava e chi no. In azienda quello con le lesioni più gravi si apparta con Dezio Rosario perché vuole fargli delle rivelazioni, ma quando sono soli gli fa capire che non si può permettere il lusso di licenziarlo perché è protetto da una organizzazione di rumeni e che deve rassegnarsi alla perdita. Dezio reagisce e colpisce ancora una volta, ma senza alcuna arma, non gli necessita, né alcun sequestro perché le corde si trovano in deposito per l’attività lavorativa.

Questi i fatti, cui sono estranei i parenti di Dezio Rosario, introitati nella questione perché così hanno voluto i ladri. La questione è sub judice, ma allo stato rimangono gli indizi, mentre dei furti tentati il Dezio ha fatto anche le foto ed un video con il telefonino, sonoro compreso. Resta il fatto che il Gip non ha convalidato il fermo, difettando il pericolo di fuga, ma ha applicato la misura cautelare in casa, temendo altri atti di violenza. Questa non è giustificata, né giustificabile; ma la reazione è certamente comprensibile, specie dopo aver perso decine di migliaia di euro per la gelata di una notevole quantità di prodotto a causa dei furti, regolarmente denunciati senza alcun esito.

 La Polizia di Stato fa bene a ringraziare le vittime che denunciano, ma farebbe altrettanto bene a domandarsi se in questo caso la vittima non sia anche la famiglia Dezio e se i rumeni per meglio difendersi dal tentato furto non abbiano di proposito gonfiato le gesta di Dezio Rosario. Si spera che la verità venga acclarata”.

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