Il territorio ibleo non cessa mai di stupire, con le sue meraviglie, le sue bellezze artistiche e culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche, con le sue eccellenze in ogni settore e campo.
Di fronte alla sua bellezza non si può che rimanere di stucco soprattutto quando continua a riservarci e regalarci sorprese inedite, inaspettate, come quella degli scorsi giorni: quattro tombe bizantine inviolate, celate dagli uliveti, sono state rinvenute a Chiaramnote Gulfi.
A trovarle sono stati gli ospiti di uno Sprar ragusano impegnati nell’ambito di un progetto sperimentale della Soprintendenza di Ragusa; il progetto sta coinvolgendo circa 50 extracomunitari richiedenti asilo, che da due settimane stanno lavorando agli scavi di una necropoli del IV secolo dopo Cristo, in contrada San Nicola Giglia, dove una cooperativa onlus ha acquistato un terreno trasformandolo in azienda agricola e campo archeologico.
Gli ospiti del centro - tutti dai 18 ai 25 anni - lavorano a turno, sotto la guida di Francesco Cardinale, archeologo della cooperativa di Chiaramonte Gulfi.
“I ragazzi coinvolti – dice il presidente Gianvito Distefano – richiedenti asilo con protezione internazionale e guadagnano una borsa lavoro di 400 euro al mese, oltre a un attestato di partecipazione allo scavo tecnico. Con loro anche due minori che, in alternativa al carcere, su decisione del tribunale di Catania sono impegnati nel programma di recupero”.
Sono state rinvenute 20 tombe e due sarcofagi, oltre a 4 sepolcri ancora chiusi e saranno i ragazzi stessi che, nei prossimi giorni, avranno l’onore di aprirle in diretta alla presenza del soprintendente Calogero Rizzuto, davanti alle autorità e ai cittadini