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Tre papi del ’900 davanti all’orrore di Auschwitz, la nuova opera di Stefano Nicosia

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L'Autore che tratteremo oggi, Stefano Nicosia, è vittoriese, nasce nel 1988 in una famiglia umile, il padre
Giovanni Battista è un saldatore e la madre Maria insegnante presso la scuola
dell’infanzia “P. Mattarella” della stessa città natia. 

Il suo percorso culturale si consolida con il diploma presso l’IISS “G.
Marconi” come Tecnico dei Servizi Turistici, cresce circondato dagli affetti familiari.


Dopo un periodo di agnosticismo e di allontanamento dalla chiesa d’appartenenza,
ritorna sui suoi passi e, per chiedere perdono a Dio, dopo dieci anni dal diploma, si
iscrive presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Metodio” di Siracusa, dove
consegue il Baccalaureato nell’aprile 2021.

 Il 1° Novembre 2020 gli viene conferito il
Magistero di: Ministro Straordinario della Comunione Eucaristica. 

Terminati gli studi
accademici, inerente al Triennio, in attesa della prima laurea in Scienze Religiose,
nell’ottobre del 2020 si iscrive presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides
et Ratio” dell’Aquila, per conseguire la Licenza Magistrale, dove si laurea
nell’ottobre 2022 in Beni Culturali Ecclesiastici. È stato insegnante di Religione
Cattolica presso la Diocesi di Bolzano-Bressanone, attualmente esercita la
professione nella Diocesi di Trento.

Di seguito la sinossi che precede un'opera dal titolo emblematico: "Tre papi del ’900 davanti
all’orrore di Auschwitz". In essa troveremo le interviste a Rocco Giansante,
Alessandro Cesareo e Sac. Mariusz Starczewski.

"La mia passione di apprendere, ancora di più, sulla Seconda Guerra Mondiale, nasce quando ho
conosciuto una ex deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau: Elisa Springer. Questa
mia passione si sposta, anche nell’ambito ecclesiastico, così da approfondirne i viaggi apostolici dei
tre Pontefici, del ‘900, che hanno solcato il cancello dell’orrore.
Ho, anch’io, visitato questi campi ed ho cercato di continuare a conoscere ciò che di straziante
hanno vissuto tutti i deportati, sia quelli che hanno trovato la morte, sia quelli che hanno sentito,
nuovamente, l’odore della libertà.
Ho gioito nel collaborare con tre splendide persone, che hanno speso il loro tempo per rispondere ad
alcune domande che mi sono posto, nel visitare questi luoghi di disperazione, di orrore e di
perdizione.
Il mio lavoro possa essere un nuovo mezzo di conoscenza e di approfondimento per chi, come me,
non vuole far morire il ricordo di tutte quelle persone che non hanno più voce ed hanno perso la vita
per la crudeltà del loro simile, l’uomo stesso."

 

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