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Da Vittoria a Ferrara, il successo del batterista Gianfilippo Invincibile e del suo Past1trio

Redazione
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“Hidden Dances”, album del trio jazz Past1trio, ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica. Il trio jazz è nato e cresciuto tra le mura del Torrione di Ferrara nel 2018 ed è composto da Federico Rubin al piano, Stefano Galassi, double bass, e dal batterista vittoriese Gianlfilippo Invincibile. 

Invincibile, in particolare, è nato e cresciuto a Vittoria. Ha mosso i primi passi musicali nella locale scuola di musica CSM, con il maestro Enrico Di Bella. Finito il liceo scientifico si è trasferito a Ferrara per studiare al conservatorio “Frescobaldi”. Nel 2019, sul palco del Jazz Club, il trio ha registrato una live session che include una selezione di composizioni originali del pianista, di cui una prima parte è stata resa disponibile su Bandcamp nell'ottobre del 2020 con il titolo di “Missteps Session”. 

I primi brani pubblicati vedono la collaborazione di Federico Pierantoni (trombone), Luca Chiari (chitarra) e Anaïs del Sordo (voce).  Nello stesso anno, ad Anzola dell'Emilia, il trio ha vinto il Concorso Mr. Jazz, a cura di Gabriele Molinari. Durante la prima metà del 2020, si è dedicato al repertorio del Master's Recital di Stefano Galassi, incentrato sulla musica del trio del pianista svedese Bobo Stenson (nella formazione più recente) e ha presentato una rilettura di alcuni brani del contrabbassista di Göteborg.  

A settembre 2021 il Past1trio ha vinto il primo premio al Concorso “Largo ai Giovani” organizzato dall'associazione “Dai de Jazz” in Emilia-Romagna. “Hidden Dances”, pubblicato alla fine dello scorso marzo per Battentё Sound Records, è stato registrato in un weekend di dicembre all'Art Music Studio di Bassano del Grappa e vede la partecipazione, nella title track, di Daniele D'Alessandro al clarinetto. Il nome, Past1trio è stato scelto per raccontare alcune delle sfaccettature del progetto, racchiuse in un'unica parola: condivisione musicale in trio e convivialità̀ anche nei momenti non necessariamente di produzione musicale. L’album prende il nome dalla sesta traccia, registrata con la partecipazione del clarinettista Daniele D’Alessandro. Come una cartina tornasole, il brano mostra la vera natura del disco: un racconto intimo, personale e nascosto, dove i movimenti alterni di reale e surreale convergono. 

Fonte: La Sicilia.

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