Partecipa a Vittoria Daily

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Gianna Rizza: una vita per la musica!

Intervista esclusiva ad una delle migliore eccellenze del territorio

Condividi su:

Se dovessi intitolare un libro alla maestra Gianna Rizza, non esiterei e senza indugio scriverei: “una vita per la musica”.

Questa è Gianna Rizza: capace di grandi cose, di coinvolgere gli altri, di far “cantare anche le pietre”, come scherzosamente le ripetono i suoi coristi, di grandi slanci ed impeti, estrosa ed innovativa.

Una vita spesa per gli altri, per l’ associazionismo, per la musica ed il bel canto, animatrice instancabile e Direttore severo, che sa emozionare ed emozionarsi. Sa fare squadra Gianna, sa creare gruppo che poi guida con professionalità e soprattutto con fare sapiente ed oculato di chi sa guardare avanti e sa gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Trascinatrice per eccellenza, la maestra Rizza è una vera leader ma innanzitutto è donna: matura, capace, che sa quello che vuole e come ottenerlo, tirando fuori sempre il meglio dagli altri ma – allo stesso - donandosi completamente e senza riserve.

L’abbiamo intervistata per voi lettori, testimonianza di un talento del nostro territorio che meritava d’essere svelato e conosciuto:

  • Gianna, racconta ai nostri lettori la tua esperienza in campo associativo, ecclesiale e sociale. Qual è la molla che ha fatto scattare in te il desiderio di donarti agli altri.

La mia esperienza affonda le radice in AC, già da piccola e per inclinazione familiare, mi sono inserita in questo contesto. Mia madre e mio fratello Pippo – che è stato anche il mio educatore AC e Giovanissimi - erano tesserati. In questa associazione sono riuscita a trovare tante risposte alle mie domande ed ha contribuito alla mia crescita personale: spesso riporto la mia esperienza associativa in ogni ambito della mia vita, di studio, scolastico, lavorativo, umano. Sono stata educatrice AC, responsabile diocesana e regionale e inviata della stampa nazionale curando la rubrica sulla musica per la fascia 9-11 anni. Ho un legame molto forte con l’ associazione tanto che ancora oggi sono educatrice in parrocchia. La mia esperienza nel sociale, nasce da questa consapevolezza e mi ha portato a fare volontariato presso strutture che accoglievano bambini con disagi familiari costituendo cori. Esperienza che continuo ancora oggi presso il centro diurno per minori “casa Don Puglisi” di Scicli; qui ho modo di incarnare la mia scelta ecclesiale, donando le mie competenze musicali ai bambini, di quali ricevo moltissimo.

  • Gianna, raccontaci come nasce la tua vocazione musicale.

La mia vocazione musicale nasce in famiglia, l’ ho respirata tra le mura domestiche: già mia nonna suonava il mandolino e mio padre era un musicista, suonava il contrabbasso. Era un suo grande sogno sapere e vedere i figli suonare e musicisti. Sia che io che mio fratello siamo stati instradati proprio da lui. Ho iniziato con il pianoforte e Pippo suonava la chitarra.

  • Da anni dirigi cori sia parrocchiali che cittadini. Parlaci di questa esperienza, del perché è così importante per te. Cosa ti lascia.

Dirigo cori da circa 30 anni; iniziai con il 1 Circolo Didattico, dove dirigevo un coro di bambini, poi ad Acate, la materna del 1 circolo, i tanti cori parrocchiali, fino a quando, finiti gli studi di pianoforte, decisi di laurearmi proprio in direzione di coro e composizione. Ho scoperto e sperimentato questa passione “sul campo” prima che sui libri. Ho incontrato tantissime persone che mi hanno lasciato tanto e con le quali è nata un rapporto umano. L’ esperienza del coro crea un forte senso di unione e di coesione e aggregazione, anche sociale e di sentire che quello che crei - attraverso il gesto, diventa suono, musica, espressione ed anche preghiera; attraverso le voci, la loro armonia, comunichi agli altri e con gli altri e da quelle voci, plasmi il suono! Da un gruppo di amici, con i quali avevamo già vissuto esperienze diverse e variegate, è nata l’ idea del coro polifonico “Jubilate Gentes” che da circa 12 anni anima il panorama culturale e musicale non solo a Vittoria e che – seppur giovane – ha già al suo attivo esperienze forti e significative.

  • Tu insegni, con quale spirito affronti questo mondo: è solo una questione di note, strumenti e musica?

Insegno musica per passione e la considero una vocazione; credo nell’ insegnamento come strumento educativo per i giovani. Spesso mi ritrovo a dare un messaggio, anche di vita, al di là della singola materia. Insegno al Liceo musicale di Modica ed ho da fare con una fascia di età difficile: quella dell’ adolescenza. Attraverso il dialogo e l’ascolto, la condivisione anche esperienziale, con umiltà, tenacia, sacrificio, riesco a tessere rapporti con i miei alunni e ad ottenere dei buoni risultati, tutto vissuto nella “normalità”. Sono pronta anche a commuovermi per i loro lavori e soprattutto mi impegno ad ascoltarli perché spesso è questo quello di cui hanno bisogno. Ascoltare per capire, scavare dentro, oltre la corazza, entrare in empatia: io sono li per aiutare a crescere e costruire, con il giusto rigore perché sono e rimango pur sempre la loro insegnante.

  • Gianna, cosa significa per te fare musica, cosa è per te la musica, quali sensazioni ed emozioni ti provoca e ti suscita.

La musica per me è vita. È quello che tu sei come persona e questo viene fuori attraverso la musica: Ti fa uscire fuori al naturale anche attraverso le lacrime, fa emergere al naturale e senza maschere, la tua umanità, quello che tu hai dentro e che vuoi trasmettere agli altri. La musica deve lasciare qualcosa di bello negli altri ed è quello che ripeto sempre ai miei coristi: il canto, deve testimoniare il Bello e la bellezza di fronte alle tante bruttezze della vita. La musica deve “arroccarsi” in una persona. In me lascia un senso di serenità e mi permette di liberarmi e aprirmi così come sono.

  • Cosa ti sentiresti di suggerire ai giovani che intendono intraprendere questa carriera o diventare dei bravi musicisti.

Voglio dire ai giovani, ai ragazzi, di essere e rimanere umili e con i piedi per terra; di non sentirsi arrivati al primo successo, dato che di occasioni per esprimersi oggi ne hanno parecchie, rispetto al passato. Studio, caparbietà e sacrificio per ottenere il massimo, senza arrendersi. Capaci di ascoltare gli adulti, anche se difficile e magari inghiottendo qualche boccone amaro. Io ricordo i miei primi insegnanti di coro: Elisa Poidomani, la Mazzella, poi a Ferrara ed è stata dura, tanto da avere un ripensamento perché scoraggiata. Ma adesso dico grazie a questi grandi Maestri che mi hanno seguita ed incoraggiata e che hanno fatto venire fuori il meglio di me anche con durezza, anche se ho dovuto subire molto, ma sempre con umiltà.Il mio più grande grazie lo devo a mio fratello Pippo, da poco venuto a mancare. Con lui ho condiviso tanto anche in ambito musicale: insieme ci “siamo fatti le ossa” ma ci siamo anche divertiti molto insieme. Lui mi precedeva sempre ed era lungimirante con una  capacità di vedere “oltre” senza pari. In famiglia, il vero musicista era davvero lui.

Ci permettiamo di dedicare – con il rispetto ed il silenzio dovuti in questi casi, insieme alla Maestra Rizza e alla sua famiglia - questa intervista alla memoria del fratello Pippo, recentemente scomparso e che tanto ha donato alla città, spendendo la sua vita per educare ed accompagnare centinaia di giovani, nel loro percorso di vita e nel servizio liturgico, sociale ed associativo al suono ed al ritmo della sua instancabile chitarra.

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook