Un antico amore, quello per la pittura, mai sopito che dà subito importanti soddisfazioni non appena riscoperto. Potremmo riassumere così quanto accaduo a Giuseppe Spalla che, dopo anni di pausa dovuta all’impegno politico, è tornato alla sua passione mai dimenticata del tutto: la pittura. Spalla è riuscito con alcune sue opere a convincere critici d’arte e presidenti di giuria di alcuni importanti concorsi. A spiccare su tutte le opere “Prigioniero di un sogno” e “Silenzi”.
In particolare, “Prigioniero di un sogno” ha conquistato il primo posto al V Premio internazionale Pitturiamo, riservato ai pittori emergenti. L’opera verrà inoltre esposta a Firenze, a Palazzo Ximenés Panchiatichi dal 19 al 21 gennaio. Non solo: “Prigioniero di un sogno” è stato per la prima volta pubblicato nel catalogo della EA Editore nel quale sono presenti anche altri due miei dipinti: “Follow the sax” e “Pescatore col cianciuolo...sarda e anciuovu”.Sia “Prigioniero di un sogno” che “Silenzi”, inoltre, sono stati scelti da Vittorio Sgarbi per arricchire la sua personale collezione. Lo stesso neo assessore regionale, infatti, ha invitato tutti i pittori contemporanei sconosciuti a presentare i loro lavori attraverso delle foto. Le opere in questione verranno riprodotte in formato fotolitografico cm 30x40. Le stampe, numerate e archiviate, saranno custodite in una pregiata cartella serigrafata. Una copia della cartella farà parte della raccolta dei disegni e delle stampe della collezione Sgarbi. Tutte le opere verranno inoltre esposte dallo stesso Sgarbi in formato fotolitografico, tranne l’opera vincitrice che verrà scelta dallo stesso critico ed esposta in originale. A proposito dell’opera “Prigioniero di un sogno” il critico d’arte Paolo Levi ha scritto: "un lavoro sempre coerente ma innovativo e raffinato, capace di risvegliare l'istinto percettivo del fruitore ed in grado di cogliere l'essenza più vera e profonda dell'opera d'arte. Tale riconoscimento va ai valori intrinseci dell'opera dell'artista, ai suoi contenuti, ai suoi aspetti introspettivi e all'aspetto tecnico e formale di indubbia capacità e forza estetica”. Francesco Paolo Pinello, invece, ha così recensito l’opera: “Erminio Giuseppe Spalla, in arte Saint Mìlas, in questo dipinto utilizza tre colori. L’azzurro, il bianco e il nero. Il bianco si contrappone in modo vitale e animato al nero e sfuma, a destra, verso l’azzurro, trasmutando in esso. Il nero lunare, presente anche negli organi di senso del cavallo (naso, occhi e orecchi), si definisce e si precisa, a sinistra, in modo delimitato e lineare, nelle sbarre di una prigione, al di là delle quali si vedono l’azzurro e il bianco che assecondano la curvilinea del nero lunare. Tutto ciò, negli occhi di chi scrive (non so se anche nelle intenzioni e nella mano di Mìlas), riporta alla memoria, come un cavallo bianco una biga alata, i miti di Platone, nella caverna della vita”.