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"Vittoria rialzati". Il monito e gli auguri di una "nuova rinascita" alla città di Don Beniamino Sacco

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Don Beniamino Sacco, parroco a Vittoria, in un quartiere difficile come quello di Forcone, torna a parlare e a far sentire la sua voce. Lo fa senza innalzare muri, i toni sono quelli di un padre che, con severità, invita alla riflessione; parla senza elevarsi su podi o da un pulpito, andando dritto al cuore del problema e lo fa utilizzando un linguaggio semplice, asciutto, schietto, alla “portata di tutti”, senza fronzoli o eccessiva filosofia. Don Beniamino, vittoriese d’adozione, conosce bene le sacche di povertà presenti a Vittoria, sa quali sono i problemi che l’affliggono e da sempre li affronta a testa alta, scevro da interessi personali; la città, da sempre, gli riconosce da sempre un ruolo importante e fondamentale nel settore dell’accoglienza e del sociale, tanto da onorarlo con il riconoscimento di “Vittoriese insigne”. La lettera alla città segue una lunga serie di interventi scritti negli anni del sacerdote, che ha sempre sollecitato le coscienze dei vittoriesi e delle autorità; arriva in coincidenza con un'altra ricorrenza: il ventennale della strage di San Basilio avvenuta il 2 gennaio del 1999, tragico evento che ferì la città ipparina che visse giorni di angoscia in anni davvero difficili da escalation criminale. Anche in quell’occasione Don Beniamino intervenne duramente, organizzò fiaccolate, condannò il malaffare intrecciato a politiche malavitose di radice mafiosa, tanto da far temere anche per la sua vita. E oggi come ieri, non ha paura di dire la sua con libertà e “a viso scoperto”. “Prima di mettermi al computer per scrivere questa lettera, ho riflettuto molto sull’ opportunità o meno di farlo. Poi mi sono chiesto:” perché aver paura di esprimere i propri sentimenti quando essi sorgono spontanei e sono scevri di interessi personali?”. La decisione è stata di scriverla, senza lasciarmi condizionare dal giudizio degli altri! A questa città che io amo, a Vittoria, rivolgo il mio pensiero all’inizio di questo nuovo anno. Lo faccio con il cuore in mano e con la consapevolezza che la nostra città, in questo particolare momento, non ha bisogno di giudizi, ma di attenzione, di rispetto, di solidarietà, di impegno. La situazione politica - totalmente assente – lo smarrimento che si legge sul volto di tanti operatori economici, deve spingere la società civile a non lasciarsi andare ma a reagire con coraggio e determinazione, per ricostruire la fiducia che in tanti è venuta meno. Il popolo vittoriese deve avere l’ orgoglio – che gli deriva dalla laboriosità che lo ha sempre contraddistinto – di riaccendere il lume della speranza, in nome della libertà, della legalità e dello spirito di appartenenza. Il pensiero lo rivolgo, in modo particolare, a tutti gli uomini onesti di questa città, a quanti, cioè, camminano secondo le regole e che rappresentano la maggioranza della popolazione: abbiate il coraggio delle vostre idee e fate di tutto per esprimerle. Lo stesso pensiero lo rivolgo ai tanti giovani che credono nel futuro della città di Vittoria e che hanno capacità e intelligenza sufficienti per ricostruirla: uscite dall’anonimato e fate sentire il vostro entusiasmo. Lo rivolgo a tutti gli operatori economici, spina dorsale di questo popolo, perché costruiscano un muro contro qualsiasi forma di abuso o di devianza speculativa a danno di altri: il male è frutto di “teste malate” ma anche figlio dell’ indifferenza di altri. Lo rivolgo a me sacerdote, chiamato a trasmettere i valori del vangelo della solidarietà, dell’ accoglienza e del dialogo tra realtà religiose diverse, perché possa volgere il mio sguardo attento a quanti vivono l’emarginazione in nome della diversità. Lo rivolgo infine a quanti si lasciano trascinare sulla via della delinquenza e del malaffare, perché non continuino ad infierire contro Vittoria, loro madre generativa e a riprendere la strada dell’onestà. Infine invito quanti hanno a cuore le sorti di questa città, ad intraprendere un cammino di riflessione, un processo culturale, per programmare il futuro, perché vada al di là dello scioglimento e contro ogni forma di violenza mafiosa. Alla città tutta rivolgo il mio augurio di buon anno di rinascita”.

foto: Fondazione Il Buon Samaritano

 

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