Rabbia, incredulità, mancanza di fiducia nella giustizia e nelle Istituzioni: sono questi i sentimenti che serpeggiano da ore sul web, dopo la condanna a 9 anni di reclusione per Saro Greco, autore dell’omicidio stradale dei due cuginetti D’Antonio, avvenuto a Vittoria lo scorso 11 luglio.
Greco aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato e la sentenza di ieri ha gettato nello sconforto non solo i familiari, delusi e amareggiati - a loro dire - dall’ ingiusta sentenza, ma tutta la società civile, da Nord a Sud, con interventi anche autorevoli che in queste ore si susseguono sulle pagine social.
Tra queste anche il commento del presidente nazionale dell’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada Onlus, Giuseppa Cassaniti, che interviene sulla sentenza.
“Assieme ad una folla immensa- ricorda Cassaniti- tra cui esponenti della politica, il presidente della Regione Siciliana Musumeci e il vice premier Di Maio, abbiamo partecipato come AIFVS ai funerali dei due cuginetti Alessio e Simone, uccisi sotto casa nel luglio del 2019 da Rosario Greco, ubriaco e drogato e che alla guida di un suv percorreva a velocità elevata una piccola strada di Vittoria. In Chiesa abbiamo ascoltato i toni duri del vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta: ‘le responsabilità vanno scrutate’. Anche noi, come AIFVS, abbiamo dato il nostro apporto per sostenere l’impegno serio a favore della vita: abbiamo contribuito a far annullare la festa della birra, rilevando l’incoerenza delle istituzioni nell’autorizzare feste a base di alcol; abbiamo promosso il Premio sicurezza stradale ‘Tutti insieme per la vita’, consegnato anche alle istituzioni locali, compresa la scuola, per l’avvio di una nuova stagione di legalità che, nel tener viva la memoria, orienti il cambiamento nella direzione dell’etica della responsabilità, della collaborazione e del servizio nelle istituzioni e nella società; abbiamo inviato comunicazioni propositive alle istituzioni politiche per ampliare i risultati raggiunti”.
“Eppure- continua il presidente dell’ AIFVS-la bilancia della giustizia nella gestione del ‘caso concreto' pende quasi sempre a favore dell’imputato, anche di fronte a comportamenti gravissimi con conseguenze irreversibili. Nel caso della sentenza per l’uccisione dei due cuginetti, pur non conoscendo il suo contenuto, ci chiediamo: se la legge 41 del 2016 prevede per l’omicidio plurimo una pena non superiore ai 18 anni e se il rito abbreviato prevede la riduzione di un terzo e quindi una pena di 12 anni, non riusciamo a capire come abbiano fatto i giudici a regalare all’imputato degne di valutazione? Ci chiediamo se il giudice per applicare la pena congrua abbia considerato tutti gli elementi stabiliti nell’art. 133 del c.p., che prevede di valutare la gravità del danno, il grado della colpa ed il comportamento del reo, prima, durante e dopo. Forse Rosario Greco è stato premiato per avere tentato di uccidere una persona un mese prima dell’uccisione dei due cuginetti, come riportato su lasiciliaweb?"
"Aspettiamo - conclude la Cassaniti - di conoscere il contenuto della sentenza, ma nel contempo orientiamo i nostri dubbi sulle decisioni dei magistrati e sulla inadeguatezza della legge. Per quest’ultima proponiamo che quando si tratta di conseguenze irreversibili, la pena sia applicata integralmente, senza alcuna riduzione, annullando il rito abbreviato. Rivolgiamo il nostro appello al Ministro della Giustizia per apportare le necessarie modifiche”.