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Vittoria sei viva? Riflessioni sulla città

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Un ‘forum’ su Facebook per discutere sul futuro politico e amministrativo di Vittoria. Associazione Èvviva ha promosso una diretta Facebook dal provocatorio titolo di ‘Vittoria sei viva?” dopo lo scioglimento per mafia del comune di Vittoria e 20 mesi di gestione commissariale. Dibattito a più voci col commercialista Maurizio Attinelli, gli imprenditori Giambattista Cilia e Emanuele Garrasi, il docente universitario Prof. Gaetano Bonetta, Francesco Arangio (già presidente diocesano dell’Azione Cattolica) e il giornalista Gianni Molè. Il quadro ch’è emerso è stato quello di una ‘Vittoria ferma, impoverita culturalmente, dai servizi inadeguati, priva di progettualità, carica di difficoltà che il lockdown ha aggravato e che la gestione commissariale ha ‘imbalsamato’ senza favorire soluzioni radicali ai problemi ma anche di una città che ha sempre grandi potenzialità per via di un’imprenditoria viva, seppure sparuta, che cerca disperatamente una via d’uscita da una crisi generalizzata che investe tutto il Paese. Nel corso del webinar è quindi emerso che all’impoverimento dei servizi fa da contraltare la resilienza di molti imprenditori che provano ad affrontare la sfida di un’economia globale. Ci sono, certo, ottime realtà: il nostro territorio è infatti ricco di aziende vinicole e agricole all’avanguardia, ma da sole difficilmente riusciranno a tenere il passo in un’economia globalizzata. I moderatori Stefano Alia e Flavio Tumino Associazione Èvviva hanno provato ad innescare risposte da parte dei loro ospiti su possibili scenari futuri di ripresa della città. Come ripartire? secondo il Prof. Bonetta da un ritorno all’identità morale di Vittoria, da un grande progetto civico, una grande coalizione quale polo valoriale e culturale, da un’amministrazione di buon governo che coniughi soprattutto competenza e meritocrazia puntando su una nuova coscienza civile e una condivisione collettiva di tutte le forze politiche sociali culturali e vive della città. Il tema dell’associazionismo è stato portato avanti da Francesco Arangio per favorire il rilancio della città e soprattutto per non far espatriare i giovani che si sono trovati di fronte le incertezze amministrative che Vittoria ha vissuto negli anni creando insicurezza alle nuove generazioni. Ecco che la proposta di una ripartenza non può prescindere dal coinvolgimento dei giovani e dalla co-responsabilità dell’associazionismo capace di presentare proposte ambiziose per una nuova stagione amministrativa. Associazione Politico-Culturale-Ricreativa ÈVVIVA Associazionismo, sinergie e rete che tornano punto focale della ripresa, nelle parole di Molè il quale pone il problema dell’autoreferenzialità e dell’individualismo degli imprenditori sia agricoli che vinicoli. “Tocca a tutti noi” il claim -applicabile ad ogni settore- per dare una impronta nuova alla città-lanciato dallo stesso Molè che poi ha posto l’accento sulla necessità di unione ed innovazione degli agricoltori per ottenere prezzi e standard qualitativi migliori. Esperienze consortili non nuove, con esempi fulgidi del passato, come sottolineato da Maurizio Attinelli che ha auspicato che la nuova amministrazione funga da humus per la creazione di nuove realtà che possano avere peso specifico sul mercato. Lo Stesso Attinelli ha posto al centro della sua discussione i problemi economici ma ha sottolineato l’alto PIL prodotto dal territorio ibleo auspicando infine che la legalità sia il fulcro sul quale Vittoria possa ripartire. L’imprenditore Emanuele Garrasi su sollecita domanda ha rilanciato l’idea di un marchio commerciale per la nostra ortofrutta che rappresenta un tentativo di dare un’ulteriore opportunità ai nostri produttori tramite la creazione di un disciplinare che riguardi la tipologia del prodotto e il suo confezionamento in modo da contrastare l’abbassamento dei prezzi. L’imprenditore vinicolo Giambattista Cilia ha sottolineato che senza programmazione non c’è futuro per Vittoria: si è pensato esclusivamente all’immediato e non a programmi di lunga gittata ed è emerso una generale carenza di cultura nelle passate generazioni di imprenditori agricoli ancora legati a schemi che oggi risultano ormai inattuali: Cilia ha pertanto sottolineato l’esigenza di investire in un rapporto tra agricoltura e nuove, più colte, generazioni. Sperando di avere dato utili spunti di riflessione, invitiamo, tutti gli interessati all’ampio dibattito che si è sviluppato anche sui temi dell’inclusione, della legalità, della globalizzazione e della frattura generazionale, a collegarsi alla pagina Facebook dell’associazione per ascoltarlo integralmente e per lasciare eventuali commenti che possano fungere da volano per ulteriori iniziative.

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