Partecipa a Vittoria Daily

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Microimprese a Vittoria, situazione critica. Lettera aperta della Cna comunale ai quattro deputati dell’area iblea

Redazione
Condividi su:

Il coordinamento comunale della Cna di Vittoria ha inviato una lettera aperta ai deputati regionali dell’area iblea avente ad oggetto la grave situazione che riguarda la gestione delle microimprese presenti sul territorio cittadino e l’invito a un confronto pubblico, su piattaforma telematica naturalmente, per parlare delle eventuali soluzioni da adottare.

 

Qui di seguito, il testo della lettera aperta firmata dal coordinamento comunale Cna Vittoria.

 

 

All’on. Giorgio Assenza

All’on. Stefania Campo

All’on. Nello Dipasquale

All’on. Orazio Ragusa

 

 

Per un mese esatto, Vittoria è stata zona rossa, con tutte le attività artigianali e commerciali chiuse o parzialmente operanti. Per far capire di cosa stiamo parlando ci affidiamo ai numeri. Le imprese attive a Vittoria sono circa 7300, quasi 2500 sono attività agricole. Tutto il resto, 4800 circa, sono microimprese artigianali, commerciali e piccola industria, cioè il 66% della nostra economia. Queste attività o non hanno lavorato oppure erano aperte ma potevano esercitare limitatamente la loro attività; bisognava, giustamente, salvaguardare la nostra salute. Ristoratori, titolari di bar e di pub, pasticcerie, alberghi, b&b, agenzie di viaggi, acconciatori, estetiste, autoriparatori, buona parte del comparto costruzioni: tutti fermi o parzialmente attivi. Secondo una prima stima, tra il confinamento (lockdown) di marzo-aprile-maggio e la zona rossa di novembre, il calo di fatturato medio di molte di queste attività si aggira intorno al 50%. Come ristoro, hanno ricevuto le 1.200 euro dell’Inps, il contributo a fondo perduto dell’Agenzia delle Entrate (1.000 euro per le ditte individuali, che sono oltre il 60%, e 2000 per le società), una piccola parte ha percepito il secondo contributo previsto dal “ristori bis” e poi c’è stato anche il “famigerato” Bonus Sicilia. Facendo una media, ogni attività ha percepito circa 4000 euro. Ma le scadenze Inps, Iva, Inail (16 maggio, 20 agosto, 16 novembre), la dichiarazione dei redditi, oltre alle normali spese di gestione sono state bene o male rispettate, perché le tasse, le bollette energetiche, i mutui non sono come i contributi, che prima o poi arrivano. No. Le tasse, le bollette e i mutui hanno scadenze precise o le paghi o si trasformano in ruoli esattoriali, sanzioni e pignoramenti. Quindi questi “ristori” così come sono arrivati sono nuovamente rientrati nelle casse dello Stato. In parole povere si è trattata di una partita di giro. Tante di queste attività, per onorare scadenze fiscali e previdenziali, si sono anche indebitate, perché hanno utilizzato i fondi delle loro scoperture bancarie. 

Come Cna, pensiamo che sia venuto il momento di venire incontro seriamente a queste imprese soprattutto per evitare che molte possano chiudere definitivamente. Non vogliamo che si scopra il valore economico e sociale di tante microimprese quando queste non ci saranno più.  E’ necessario porsi il problema di come difenderle e tutelarle. Queste attività, oltre a creare occupazione, reddito e risparmio per i titolari, producono posti di lavoro, quindi altro reddito e risparmio. Un posto di lavoro è o no prezioso, specie nel momento in cui si rischia di perderlo definitivamente? Se è così - ed è così - allora servono atti concreti e incentivi veri. Comprendiamo e rispettiamo le misure adottate dalla Regione Siciliana per frenare il contagio, ma ora, vi diciamo che bisogna essere accorti e solerti nell’individuare e sollecitare misure che possano dare indennizzi veri all'economia sana del nostro territorio. Questi però, per essere tali, non devono essere legati ai codici Ateco delle attività, ma alla perdita dei fatturati. I fondi ci sono, vorremmo capire se c'è la volontà politica di utilizzarli per le nostre attività e quindi sapere se siete interessati a partecipare ad un confronto pubblico da tenersi naturalmente su una piattaforma telematica. E’ su questi temi si misura la sensibilità e l’autorevolezza di una classe dirigente.

Infine, invitiamo il sistema bancario, soprattutto quello locale, ad abbassare solo per l’anno 2020, i costi di gestione dei conti correnti e gli interessi dei conti con scoperture. Sarebbe un gesto di vera attenzione verso i propri clienti.

Condividi su:

Seguici su Facebook