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A Natale una corsa di solidarietà verso chi ha bisogno. L'appello di Don Beniamino Sacco

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"A Natale siamo tutti piu' buoni", recitava un vecchio spot pubblicitario che tutti ricorderemo. Ma sarà vero? E poi, perchè solo a Natale?

La bontà è un sentimento, forse sarebbe più corretto definirlo un valore, che dovrebbe trovare cittadinanza tutto l'anno, in moltepici forme ed occasioni. E' quanto si è chiesto Don Beniammino Sacco, che da anni esercità il suo ministero sacerdotale tra i piu' poveri, gli ultimi, gli esclusi dalla "bontà occasionale", accogliendo centinaia di richieste di aiuto, di padri e madri in difficoltà, di senza tetto, di donne maltratte e ragazze madri, di immigrati in fuga dai lorio paesi.

Un appello che accogliamo e rilanciamo anche come riflesione in questo Natale un po' "strano" e che, forse, scardinerà qualche porta ben chiusa, qualche cuore serragliato nella comodità della propria vita e nella bontà di facciata: quella che si fa solo a Natale!

UNA CORSA DI SOLIDARIETA’ VERSO I FRATELLI E LE SORELLE IN DIFFICOLTA’:

Con l’approssimarsi del Natale si sprigiona, in molti strati della società, una carica di umanità verso i meno fortunati, costretti a vivere la loro quotidianità sempre al limite della sopravvivenza. Non sono pochi: si parla di 5 milioni di persone, tra cui bambini e anziani.

Il loro grido arriva alle orecchie di Associazioni, Movimenti, Parrocchie, Istituti Religiosi, Fondazioni e di tanti altri soggetti che organizzano raccolte di viveri, cene e quanto la fantasia della carità dà loro di inventare. Un’azione lodevolissima che dà dignità sia ai beneficiati che ai benefattori.    

 Papa Francesco non cessa di sottolineare come l’aiuto ai poveri classifica la vita degli esseri umani e in modo particolare di quanti credono in Dio. Aiutare i meno fortunati - oltre ad essere un’azione che apre il cuore - deve intendersi come un atto di giustizia sociale. Tutti hanno diritto di mangiare.  

Pubblicizzare tale iniziative può stimolare altri a scendere in campo e allargare la cerchia di quanti sono disposti a mettersi in gioco. E’ ovvio che la fame, quando c’è, non si avverte solo a Natale, ma è compagna di viaggio giornaliera. Tuttavia, meglio il poco del niente.

Ma c’è una carità che non si ferma all’evento, quale il Natale, ma percorre l’intero corso dell’anno. E’ la carità silenziosa, discreta, rispettosa della privacy, quella la cui mano destra non sa quello che fa la sinistra. E’ la  carità che si fa stile di vita, scelta permanente, progetto d’amore.

E’ la carità che non cerca riconoscimenti, applausi o cose simili. E’ la carità che tiene acceso il telefono giorno e notte e risponde sempre. “Padre, Mi stanno “buttando” fuori di casa: le chiedo, per carità, mi può pagare almeno una mensilità? Ho due bambini piccoli”.” Vieni domani, farò di tutto per trovare i soldi”.

Non è una risposta vaga: vedo cosa posso fare, fatti sentire più avanti. Di queste telefonate, nel corso di un anno, ne arrivano tante. Da circa due anni abbiamo istituito un conto corrente destinato alle famiglie povere, ma è quasi sempre in rosso. Non facciamo in tempo infatti a versare qualcosa che arriva una “chiamata”.

Bisognerebbe alimentarlo. Come? Cosa fare?

Abbiamo pensato ad un partenariato tra persone disposte a mettersi in gioco facendo entrare nel proprio stipendio o reddito familiare le famiglie  bisognose. E’ il concetto del poco di molti, anziché il molto di pochi, per realizzare molto.

Nessuna cifra precostituita, tutto lasciato alla libertà di ognuno e a quanto stabilisce il proprio cuore. “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Gesù non dice mai cose inutili!.

Ci permettiamo di inviarvi l’intestazione del CC: Fondazione Il Buon Samaritano per le famiglie bisognose: Iban: ITG1V 01030 26300000001072089

 

foto dal web

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