Urgente riorganizzare i servizi con un aumento del personale
F.P.CGIL e NurSind da tempo tengono alta l’attenzione sulle quotidiane criticità che affliggono l’Emergenza
Urgenza al Giovanni Paolo II. Dopo aver percorso una serie di iniziative interne, ripetute interlocuzioni con il
Direttore dell’UOC e con la Direzione Sanitaria di Presidio, lo stato dell’arte costringe ad insistere
nell’azione sindacale, viste le criticità riscontrate nel P.S. di Ragusa ed in generale in tutti quelli provinciali.
Da una parte si accolgono con apprezzamento le recenti dichiarazioni sulla stampa del neo Commissario
Dott. Fabrizio Russo che assicuravano particolare attenzione al sistema aziendale dell’Emergenza Urgenza;
d’altra cresce il rammarico del sindacato a causa delle condizioni nelle quali sono costretti ad operare i
Sanitari dell’Emergenza; situazione che perdura già dall’Era Pre-Pandemica.
Il Pronto Soccorso di Ragusa somma alle difficoltà del Sistema Provinciale la condizione di filtro/tampone
quasi impermeabile nell’economia del Nosocomio e funge da area di stazionamento per decine e decine di
pazienti in attesa di ricovero.
Nei giorni scorsi durante una breve ricognizione si poteva appurare che la sala d’attesa per il triage e la
successiva visita era gremita di utenti e nel frattempo l’area di Osservazione Breve era altrettanto colma;
infatti, vi stazionavano in attesa di ricovero circa 40 pazienti in barelle anche di fortuna, qualcuno da diversi
giorni.
Va tenuto conto anche di tutto questo quando le reazioni dei parenti s’inaspriscono, alla vista dei propri
cari lasciati in precarie condizioni logistiche in quella specie di limbo per ore e a volte anche per giorni in
attesa del ricovero nel reparto appropriato, a tutto ciò si aggiungono ai malanni che avevano indicato il
ricorso al Pronto Soccorso.
Senza voler giustificare gli alterchi, a volte violenti, che si ripetono nelle sale d’attesa, come non mettere in
relazione tali episodi con l’esasperazione degli utenti per le lunghe attese?
Fra tutto il Personale Sanitario, quello del Pronto Soccorso, da anni deve sopportare un carico di lavoro
crescente in maniera esponenziale e per di più in condizioni emotive difficili, accentuate dal blocco delle
ferie per lunghi periodi dell’anno, maggiormente falcidiato anche da soventi casi di contagio covid ed infine
subendo repentini rimaneggiamenti: tre infermieri del Pronto Soccorso sono stati recentemente
riassegnati alla Pediatria in occasione della riapertura, amplificando il rischio di errori diagnostici o
assistenziali.
Viene difficile immaginare in queste condizioni che ci possa essere del personale in esubero rispetto alla
drammaticità del contesto a meno che non si vogliano fare i conti del personale con il pallottoliere. Oltre
ai Medici anche Infermieri, Tecnici, OSS, Ausiliari diventano sempre più merce rara.
Sarebbe il caso che i responsabili della Direzione del Giovanni Paolo II avviassero finalmente e seriamente e
con urgenza una riflessione sulle misure da proporre ed attuare, al fine di far cessare questo indecoroso
spettacolo, forse meno evidente in atre realtà provinciali.
Alle scriventi stanno a cuore gli Utenti e contemporaneamente le condizioni di lavoro di quei colleghi che
sempre più spesso si sentono soli e abbandonati, mentre continuano a svolgere nel migliore dei modi la
loro nobile professione, alla stregua di una vera e propria missione.
Il medesimo spirito gli scriventi lo mettono a disposizione dei Vertici Aziendali e di Presidio, al fine di
supportare il loro lavoro, elargire suggerimenti per accelerare il superamento dell’attuale situazione.