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Legambiente fa chiarezza sul referendum del 17 aprile

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Legambiente, in prossimità del referendum del 17 aprile, mette in chiaro alcuni punti fondamentali con lo scopo di non sottovalutare l’importanza dell'iniziativa referendaria.

L'Associazione ambientalista esprime delusione e costernazione per la presa di posizione da parte del Governo all’invito all’astensione: "In questo modo- è stato detto- si perderanno 400 milioni di euro utili per la realizzazione di  asili nido". “E’ evidente a tutti- dichiarano però gli esponenti di Legambiente- la meschinità della furbesca scelta di non aver accorpato il referendum alle amministrative con la scusa di 'salvaguardare il diritto all’astensione' ed al tempo stesso 'stracciarsi le vesti' per dire che il referendum è inutile e costoso. Il governo sostiene che questa consultazione sia ideologica. Legambiente replica che invece è concretamente strategica".

"Al di là dei tecnicismi relativi al quesito sulla scheda elettorale si cela un’argomentazione che  coinvolge il destino del nostro Paese: persistere nello sfruttare quel poco di gas e petrolio che abbiamo, o investire, invece, in energie rinnovabili ed efficienza energetica?". Tuttavia, Legambiente precisa: “Per quanto concerne specificamente il lavoro, è sufficiente consultare qualche banca dati per evidenziare che l’industria del petrolio non è ad alta intensità di posti di lavoro. In definitiva gli 11.000 posti di lavori a rischio sono una bufala; viene sventolato questo falso rischio solo a fini politici e nient’altro. E' evidente a questo punto qual è la vera questione in ballo: i petrolieri non vogliono quei controlli che, nel caso di vittoria del referendum, verrebbero resi più stringenti, oltre al fatto che, dilazionando i tempi di sfruttamento, allontanano gli obblighi di effettuare le costose bonifiche. Infine, a proposito di rischi veri si rammenta che, in barba alle presunte stringenti normative sulla sicurezza adottate, nel Mediterraneo (mare chiuso) il numero di incidenti è in costante aumento. Per tutti questi motivi, Legambiente non può che invitare ciascun cittadino a far valere il proprio diritto/dovere di esprimersi al referendum del 17 aprile votando sì.”

 

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