Inconciliabilità tra fede e atteggiamento di prevaricazione, il ruolo della Chiesa e il suo impegno educativo davanti al fenomeno della mafia, la purificazione della religiosità popolare e gli insegnamenti del beato Padre Pino Puglisi per costruire una società e una Chiesa migliori.
Sono questi i temi affrontati dal Vescovo di Ragusa, mons, Cuttitta all’indomani della diffusione del documento “Convertitevi” da parte della Conferenza Episcopale Siciliana, in una intervista rilasciata a Radio Karis, nella quale vede e rilancia l’appello alla conversione.
Venticinque anni fa, San Giovanni Paolo II, in visita in Sicilia, dalla valle dei Templi, gridò con chiarezza e fermezza il suo messaggio di pace e speranza, in un momento storico difficile, complicato e particolare per l’ isola e i suoi abitanti: gli anni di piombo, gli anni ’90, e tuonò contro ogni forma di sopruso, di potere occulto, contro ogni forma di mafia ed i suoi emissari.
“Convertitevi”– disse il Papa– con il pugno chiuso, vibrando il suo pastorale per terra, quasi a rimarcare e rafforzare il suo concetto. Anche i Vescovi di Sicilia, riuniti ieri nella valle dei Templi per la solenne celebrazione Eucaristica, nell’anniversario di quello storico viaggio, hanno voluto elevare alta la loro voce come venticinque anni fa.
Un messaggio chiaro ed inequivocabile: mafia e fede non possono camminare insieme, sono e restano inconciliabili.
Sulla stesso sentiero si muove Cuttitta: «Rinnoviamo l’appello alla conversione. La Chiesa non condanna e si augura che nel cuore e nell’animo dei mafiosi ci sia un movimento che si orienta verso il cambiamento di vita». Anche la Chiesa di Ragusa vuole fare suo «l’impegno educativo attraverso il quale il beato Pino Puglisi voleva creare una mentalità virtuosa per abbandonare la via della violenza, dell’odio, delle ripicche, per vivere nella dimensione della fraternità. Le nostre parrocchie siano luoghi inclusivi anche per quelle persone non predisposte a vivere la vita cristiana».
«Non si possono mettere insieme – continua il vescovo – malaffare, orrore, uccisioni con la fede o la devozione. Non è possibile. Non si può andare in processione e poi curare il malaffare; non si può manifestare devozione a Gesù, alla Vergine Maria e ai nostri santi patroni e poi agire come se nulla fosse successo».
Ha poi rivolto un appello per una seria e concreta «purificazione della nostra religiosità popolare che troppo spesso scantona in mera esteriorità.; “Si spendono tantissimi soldi in manifestazioni esteriori, in giochi pirotecnici – dichiara ancora il Presule -. Voglio sperare che i comitati si sappiano prendere cura anche di una comunità che svolge il servizio di accoglienza, di una mensa, di una struttura che offre un alloggio a chi non lo ha».
La comunità ecclesiale di Ragusa non si sottrae all’impegno e all’azione educativa e monsignor Cuttitta ne ha chiaro l’orizzonte. «Mi auguro – auspica – si possa realizzare un clima di collaborazione, una sinergia tra le forze che educano per aiutare i bambini e i ragazzi a comprendere che alcuni atteggiamenti, come gli atti di bullismo, non si possono tollerare e che chiunque voglia essere rispettato deve rispettare gli altri, mettendo fine a ogni forma di aggressione fisica e verbale. Anche sconfinare in un terreno altrui e raccogliere e rubare i prodotti non può essere accettato. Dobbiamo cominciare dalle piccole cose e creare uno stile di vita che sia sereno, legato all’onestà, contagiando tutti in modo positivo».