Saranno ascoltati il prossimo 11 febbraio nel corso dell'udienza preliminare, in merito al procedimento nato dall'inchiesta Exit Poll, l'ex sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia e il fratello Fabio, accusati di voto di scambio politico-mafioso e corruzione elettorale, insieme all’ultimo Sindaco della città, Giovanni Moscato e ad altri esponenti della politica ipparina, raggiunti dal medesimo provvedimento.
L’ inchiesta, lo ricordiamo, aveva portato nel mese di Luglio, allo scioglimento del consiglio e dell'amministrazione comunale, provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri che aveva predisposto l’ invio di Commissari “ad hoc” per reggere le sorti dell’ Ente, insediatisi per 18 mesi fino a nuove consultazioni elettorali.
L’ex Sindaco Moscato – nei giorni scorsi e nel corso di una conferenza stampa – si è dichiarato estraneo ai fatti rigettando ogni accusa, infondata e pretestuosa; lo stesso ha dichiarato di aver impugnato davanti il TAR del Lazio, il provvedimento governativo ingiusto e lesivo dell’ immagine propria e della città.
Lo stesso ha auspicato di essere rinviato a giudizio per potersi giustificare davanti alla legge e far sentire le proprie ragioni; ma nel mirino dei magistrati – che tendono a definire eventuali rapporti con esponenti della criminalità organizzata - sono finiti anche altri esponenti della passata amministrazione e vita politica: gli ex assessori Nadia Fiorellini e Francesco Cannizzo, Vincenzo Gallo, e poi ancora Giombattista Puccio, Venerando Lauretta, Raffaele Di Pietro e Raffaele Giunta.
Ciascuno degli indagati avranno modo di giustificarsi nella sede giudiziaria opportuna e dimostrare la propria estraneità ai fatti, fino a prova contraria.
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