L'ex sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, ha organizzato e svolto questa mattina una conferenza stampa per commentare la scelta del Tar del Lazio di respingere il ricorso amministrativo da lui proposto insieme con gli ex consiglieri comunali e assessori relativamente al provvedimento che ha visto il Comune di Vittoria sciolto per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dell'Ente.
Dopo aver ricordato che "il giudice amministrativo nell'esame delle impugnazioni dei provvedimenti di scioglimento, considerata la natura del procedimento dissolutorio, può esercitare solo un sindacato di legittimità di tipo 'estrinseco', senza possibilità di valutazioni che, al di fuori dell'espressione dell'ipotesi di travisamento dei fatti o manifesta illogicità , si muovano sul piano del 'merito' amministrativo", il Tar ha osservato che "i fatti che hanno condotto allo scioglimento del consiglio comunale di Vittoria sono stati riportati correttamente negli atti prefettizi e costituivano un quadro indiziario più che sufficiente a condurre all'adozione della misura dissolutoria".
Ai colleghi giornalisti che gli hanno chiesto se è rassegnato, lo stesso ha risposto: "Rassegnato a cosa? A lasciare la città in queste condizioni? No. Io ho fatto il sindaco di questa città , ho fatto il consigliere comunale per dieci anni. Amo questa città , l'ho amata e l'amerò perché questa è la mia terra quindi non sono assolutamente rassegnato. E' giusto, però, che i cittadini sappiano perché questa città , il comune e la consiliatura è stata sciolta per mafia. Ho letto con molta calma e serenità la sentenza che, in una paginetta e mezza, rimuove la storia di Vittoria perché parte da alcuni dati: esiste la mafia e la mafia non è stata debellata. Vi sono ben tre riferimenti a cose del passato, che non riguardano la mia amministrazione, vi è la critica, addirittura, al fatto che sia stata scelta la gara pubblica per affidare il servizio di gestione dei rifiuti (nonostante vi sia, di contro, una nota della Regione che invece si complimenta con l'amministrazione Moscato per aver scelto, finalmente, una procedura regolare e trapsarente per l'assegnazione del servizio".
"Probabilmente- aggiunge Moscato- ci siamo trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma appare chiaro che questa città doveva essere colpita. Il Tar ci ha detto che questo non inficia la procedura perché la legge che regola lo scioglimento dei comuni non prevede il contraddittorio. Il Sindaco ed i consiglieri, quindi, secondo la legge non possono difendersi. Si tratta di atto assolutamente discrezionale. Si tratta di una sentenza che riconosce, questa volta, delle azioni meritorie da parte dell'amministrazione Moscato, ma che secondo la legge non devono essere valutate".
Moscato, poi, denuncia come la Commissione non abbia mai inviato gli allegati alla sua relazione, circa 1500 pagine, che riguardavano l'attività di contrasto che il Comune di Vittoria aveva svolto nei confronti della criminalità organizzata. "Quando abbiamo depositato il ricorso al Tar- ha detto- e ci siamo costituiti al tribunale di Ragusa e quando ho potuto verificare i documenti inviati al Ministro, che era quello che doveva decidere, ho scoperto che i documenti da me inviati non erano mai stati inviati. La Commissione non li ha mai quindi inviati al Ministro, al Tribunale di Catania ed a quello di Ragusa, che dovrà decidere sulla candidabilità ".