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Omicidio Loris, per la Cassazione la madre era "lucida" e "cosciente"

Redazione
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Veronica Panarello - accusata di aver ucciso il figlioletto Loris Stival strangolandolo, il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina - "non versava in stato confusionale, come la stessa ha cercato di far credere, ma, al contrario, era perfettamente cosciente e orientata nell'attività di eliminazione delle tracce del commesso reato e di depistaggio delle indagini". Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi nel verdetto 882 relativo all'udienza svoltasi lo scorso 21 novembre, conclusasi con il rigetto del ricorso della difesa della Panarello contro la condanna a 30 anni di reclusione inflitta alla donna dalla Corte di Assise di Appello di Catania nel 2016.

Confermata, quindi, la sentenza di condanna di primo e secondo grado nei confronti della donna accusata di aver ucciso il figlio. 

La "condotta complessivamente considerata- scrivono- dimostra che l'imputata non versava in stato confusionale come la stessa in seguito ha cercato di far credere ma che al contrario era perfettamente cosciente e orientata nell'attività di eliminazione delle tracce del commesso reato e di depistaggio delle indagini". La Panarello, scrivono ancora i giudici, "ha consapevolmente mutato più volte versione dei fatti" e "non ha esitato a gettare sospetti", fino "ad accusare ingiustamente il suocero dell'omicidio".

 

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