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"Donna inDifesa", iniziativa di Auser e Fisc al Palazzetto dello Sport

Redazione
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Successo di pubblico per “Donna inDifesa”, l'evento organizzato dall'Auser di Vittorai e da Fisc Italia. Il vertice è stato diviso in due momenti: uno dedicato alla parte teorica e l'altro a quella pratica, con la dimostrazione di alcune tecniche che le donne possono usare se aggredite fisicamente da un estraneo o da un familiare. A relazionare, Anna Macca, presidente dell'Auser, Luigi Moschella, 7 volte campione del mondo di kick boxing e difesa personale, nonché istruttore di Difesa Personale della Polizia di Stato.Rosa Perupato, presidente dell'Associazione Filo di Seta, Flavio Faro, segretario provinciale Siulp (sindacato lavoratori polizia) Ragusa, Germano Missud, psicologo, Francesco Palumbo, medico di Pronto Soccorso, Vincenzo Cilia, avvocato, e le assistenti sociali, Valentina Gurrieri ed Elena Pompeo. 

Perupato ha illustrato l'attività dell'associazione e come è possibile aiutare le donne vititme di violenza, troppo spesso impaurite a tal punto che, anche quando denunciano, poi se ne pentono. A volte, poi, c'è chi pensa che se il marito le picchia è colpa loro, perché in famiglia hanno detto sempre loro che è la moglie che fa un buon marito quindi se lui si arrabbia e le picchia e colpa loro.  "Bisogna cambiare questa mentalità e noi lo facciamo girando per le scuole ed incontrando, tutto l'anno, ragazzine e ragazzini".

Lo psicologo ha spiegato invece i vari tipi di violenza, da quella psicologia a quella fisica, ed ha illustrato i vari tipi di reazione. Davanti al pericolo, infatti, la nostra mente sceglie se fuggire o affrontarlo o, in alcuni casi, non riusciamo a fare altro che rimanere immobili. “Avere una maggiore consapevolezza di noi stessi può salvarci- ha detto Missud-. Se ci sentiamo abbastanza forti, possiamo provare ad affrontare o reagire all'attacco, ma poi è indispensabile comunque fuggire, allontanarci dal nemico. Potremmo anche essere dei campioni di arti marziali o di difesa personale, ma non sapremmo mai, se non troppo tardi, se il nostro aggressore ha con sé un coltello o una pistola o se ha dei complici. E' importante, una volta avvertito il pericolo, guardarci intorno e capire bene la situazione: c'è qualcuno a cui possiamo chiedere aiuto? Abbiamo un telefonino? Valutata ogni cosa saremmo in grado di scegliere per il meglio”.

Palumbo ha riferito alcuni dati emersi dai casi che si presentano in Pronto Soccorso. "La media dello scorso anno è stata di sette arrivi al mese al Pronto Soccorso. Non è certo poco! Tra l'altro la maggior parte delle vittime era vittoriese e appartenenti ad una fascia di età che va dai 28 ai 40, quindi anche piuttosto giovani". 

Cilia e Faro hanno, ognuno dal loro punto di vista, parlato delle nuove leggi in materia, di come siano stati fatti importanti passi avanti, ma ancora resta tanto da fare. 

A moderare il convegno, la giornalista Nadia D'Amato. 

Importante anche la dimostrazione pratica, affidata alla direzione del maestro Luigi Moschella, e messa in pratica da Ramon Ferando Casasola Lopez, campione del mondo di kick boxing, ed a Marisol Casasola Lopez. “ Quando qualcuno tenta di darci uno schiaffo dobbiamo cercare per prima cosa di difenderci, allontanare l'aggressore e fuggire. Quando qualcuno ci afferra al collo per strangolarci, invece, l'istinto ci porta a  tentare di togliere il braccio, invece la cosa migliore da fare è afferrare il nostro aggressore per i capelli o un orecchio e poi provare a sbilanciarlo colpendolo sulla parte posteriore del ginocchio. A quel punto colpiamo ancora, magari con un calcio, e poi fuggiamo via. Stessa cosa per una violenza a terra, il tentato stupro. La cosa più importante è colpirlo in qualunque modo per indebolirlo e cercare di divincolarci per poi fuggire via". 

 

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