Attualmente nel Bel Paese esistono solo 3 casinò tutti ubicati nel Nord Italia: il casinò di Sanremo, quello di Venezia e il casinò de la Vallée a Saint Vincent. L’autorizzazione per questi 3 casinò è legata principalmente alla loro posizione geografica: tutti e tre sorgono infatti in zone di confine. La presenza di queste strutture ha ottenuto il via libera con l’obiettivo di trattenere i giocatori entro i confini nazionali (e aiutare le casse dello Stato).
Tutte queste strutture sono piuttosto difficili da raggiungere per chi abita nel meridione, eppure è proprio tra le regioni del Sud Italia che la passione per le scommesse è più forte. Ma c’è un modo per ovviare alla penuria di casinò nel Sud Italia: ogni anno, diverse società organizzano delle vere e proprie offerte viaggio per i giocatori. Dei pacchetti turistici verso destinazioni estere come Albania, Slovenia o Croazia. Questi viaggi, che hanno come meta i casinò esteri più vicini, partono soprattutto, inutile dirlo, dal sud Italia e rappresentano un danno non marginale alle casse dello Stato, dal momento che riguardano giocatori italiani residenti.
Gioco online in Abruzzo
La passione del gioco e delle scommesse è un tratto comune a milioni d’italiani, ma è scendendo verso il centro sud che i volumi di gioco iniziano a crescere. L’Abruzzo, in particolare, occupa il primo posto tra le regioni italiane per spesa, intorno ai 2000 euro pro capite, cifra che corrisponde a quasi il 10% del PIL regionale, mentre nelle altre regioni il PIL giocato si attesta intorno al 7%. Analizzando nei dettagli la classifica nazionale relativa alla spesa destinata al gioco, tre province abruzzesi occupano le prime dieci posizioni. Dietro la primatista Prato, Teramo e Pescara occupano il secondo e terzo posto con 2.472 e 2.430 euro giocati rispettivamente, mentre al decimo posto si trova l’Aquila con 2.204 euro. Inoltre, l’Abruzzo è la seconda regione per concentrazione di apparecchi di gioco per abitante, mentre nella provincia aquilana si registra la densità maggiore a livello nazionale con una “macchinetta” ogni 83 abitanti.

Aprire un casinò in Abruzzo: tutti i vantaggi
Chi pensa all’Abruzzo riesce subito a immaginare la sua natura incontaminata, dalle cime del Gran Sasso ai chilometri di spiagge bagnate dall’Adriatico. La sua cucina saporita e la genuina accoglienza degli abruzzesi, il parco della Majella e quello del Gran Sasso che proprio per la loro bellezza paesaggistica potrebbero diventare parte integrante del “Sentiero dei parchi”, un cammino di Santiago nostrano che si snoda attraverso i meravigliosi parchi nazionali. Ma perché non cogliere l’occasione per trasformare una parte di questa bellissima regione in una moderna Las Vegas?
In passato, molte idee e proposte sono circolate in merito a trasformare Campo Imperatore nel centro turistico del Gran Sasso: un’oasi per tutti gli appassionati del tavolo verde e di slot machine. Una passione che, negli ultimi anni, ha trovato parziale risposta nel gioco online, grazie alle diverse piattaforme che offrono promozioni regolari e bonus invitanti. Già oggi, con le nuove tecnologie, in particolare realtà aumentata e realtà virtuale, si può davvero avere la sensazione di respirare l’aria di un casinò. Ma, come risaputo, nessuna copia può superare l’originale e ogni giocatore vorrebbe sperimentare l’atmosfera e il brivido di giocare all’interno di un casinò reale. Idealmente senza dover percorrere centinaia di chilometri in direzione nord, o volare all’estero, ma circondato dalla struggente bellezza del parco del Gran Sasso.
Oltre a un turismo d’élite, un casinò nell’area mediterranea attirerebbe gli organizzatori di quegli eventi che richiamano giocatori professionisti da tutto il mondo. Un esempio lo si vede ogni anno con l’European Poker Tour che unisce i giorcatori nei tornei live più ambiziosi, da Parigi a Barcellona, fino a Praga o Montecarlo, sono tante le mete che nel 2023 faranno da cornice a questi appuntamenti per gli appassionati del settore.
Aprire un casinò in Abruzzo comporterebbe inoltre indubbi benefici per il turismo della regione, nonché un ritorno economico di sicuro interesse. La presenza di un casinò sul suolo abruzzese convoglierebbe tutti gli appassionati del centro e Sud Italia, generando un flusso turistico fisso e regolare, non soggetto al cambio di stagione. Creerebbe numerosi posti di lavoro in modo diretto e indiretto, oltre ai vantaggi economici legati alla tassazione della sala gioco. Infine, rimane la possibilità di andare a intercettare un tipo di clientela favorevole a spendere, non solo al tavolo da gioco ma anche nelle tante eccellenze che l’Abruzzo è in grado di offrire.
L’idea di Campo Imperatore
Fin dalla sua inaugurazione nel 1934 in molti hanno sognato di aprire un casinò a Campo Imperatore: un sogno che fu breve realtà quando le sua sale accoglievano i nobili del tempo per i quali era troppo difficoltoso raggiungere i lontani casinò del nord Italia. La struttura venne chiusa pochi anni dopo, ma intorno agli anni ’50 il Re Faruk d’Egitto, noto per la sua passione per il gioco, chiese formalmente allo Stato italiano di poter acquistare l’intero Centro Turistico del Gran Sasso per farne un casinò. All’epoca ottenne una risposta negativa poiché la destinazione prioritaria del complesso rimaneva quella di servire i turisti amanti della montagna.
Negli anni ’80, quando sembrava si volesse modificare la legislazione vigente sul gioco, la regione Abruzzo si fece avanti per la costruzione di nuove strutture, proponendo appunto Campo Imperatore, il Palazzo dell’Aurum di Pescara e il complesso “La Sirena” di Francavilla. La legge infine non venne modificata e le speranze di aprire un casinò in Abruzzo vennero, al tempo, accantonate.
Oggi, l’ipotesi di aprire delle sale da gioco è un'idea che stuzzica le menti di molti, per rilanciare l’economia di un paese che da troppi anni non fa progressi.