Metti una sera a teatro, l’11 marzo, ma non per assistere ad uno spettacolo qualsiasi. Il celebre attore Marco Di Stefano, quasi 70 film all’attivo, una produzione in uscita al fianco di un mostro sacro come Gerard Depardieu e un’altra in fase di elaborazione sotto la sapiente regia di Lamberto Bava, porta a Vittoria il suo “teatro fisico”, un teatro nel quale i cosiddetti “diversamente abili” e i cosiddetti “normodotati” si incontrano, e le differenze svaniscono. Al suo fianco, come sempre, la compagna Tanya Khabarova, attrice e ballerina nativa di San Pietroburgo, vincitrice per ben 9 volte del festival di Edimburgo per il migliore spettacolo.
Il laboratorio “Teatro della Comunità” (detto così perché aperto a tutti, con partecipazione gratuita e con le prove aperte al pubblico) rientra nel progetto “L’elogio della differenza” e i particolari sono stati illustrati ieri pomeriggio al Chiostro delle Grazie di Vittoria, nel corso di un partecipato incontro che ha visto in prima fila gli organizzatori, l’AIFFAS ( i cui locali da oggi ospiteranno le prove), la cooperativa sociale Nuovi Orizzonti e la giornalista Concita Occhipinti. Contribuiranno alla buona riuscita del progetto, avendone riconosciuto la bontà e la forte valenza sociale, il sassofonista di fama mondiale Francesco Cafiso, i cantastorie Giovanni Virgadavola e Luciano Busacca, il musicista e cantautore Aldo Raffaele , la cantante Nadia Marino e il presidente dell’Associazione Ragusani nel Mondo Sebastiano D’Angelo. Tutti hanno presenziato all’incontro di ieri, insieme ai ragazzi e agli operatori di AIFFAS e Nuovi Orizzonti. Presenti anche la dirigente dell’ist. Caruano, Lucia Palummeri e la presidente dell’Associazione Il filo di Seta, Rosa Perupato. Le prove, come detto, avranno inizio oggi e si terranno ogni giorno sia nei locali dell’AIFFAS che in quelli messi a disposizione dal Comune al Chiostro delle Grazie. Nei giorni precedenti lo spettacolo, si proverà direttamente al teatro comunale Vittoria Colonna dove, l’11 marzo, si andrà finalmente in scena.
“È importante vedersi tutti i giorni, anche per pochi minuti, per dare continuità al progetto” ha spiegato l’attore Marco Di Stefano, che ha parlato di “uno spettacolo che si realizza mettendoci in ascolto di tutte le storie dei partecipanti e costruendo insieme un tessuto drammaturgico”. “Si tratta di un vero spettacolo teatrale dove il passato, il presente e le aspettative future dei più giovani si mescolano, non a caso mi piace parlare di spettacolo trans generazionale, tutto incentrato sulla diversità dell’arte e sull’arte della diversità. In qualche modo – ha aggiunto - siamo tutti diversamente abili in qualcosa, ma alcuni nostri concittadini lo sono un po’ di più e fanno fatica ad integrarsi nel tessuto sociale. Il Teatro della Comunità intende aprirsi a loro, dando a tutti l’opportunità di conoscerli, da un punto di vista drammaturgico, come persone portatrici di una grande spontaneità e di quell’immensa energia creativa che deriva loro dal fatto di essere disancorate dalla società civile e da quei tristi meccanismi di potere in cui essa è immersa. E’ per questo che hanno qualcosa da insegnare a noi: la semplicità, la naturalezza, la capacità di ritrovare quel noi stessi che spesso smarriamo”.
E’ un teatro particolare, quello di Marco Di Stefano. Una specie di teatro al contrario in cui sul palco si tocca il cuore della gente con emozioni vere, e nella vita di tutti i giorni, invece, recitiamo dei ruoli e indossiamo delle maschere. “Credo in un teatro capace di far riflettere e di attivare quella catarsi, quel processo di purificazione che ti spinge a pensare a quello che stai facendo della tua vita, a guardarti dentro e a trovare una grande voglia di ripartire. Il teatro della comunità è tutto questo: costruire uno spettacolo scritto, diretto ed interpretato dai cittadini. Noi siamo solo gli allenatori, ci mettiamo in ascolto e chissà quale storia verrà fuori. Non arriviamo mai con un copione in mano, la sceneggiatura si scrive giorno per giorno, insieme, anche attraverso la vicinanza alle filosofie orientali, a meditazione, yoga, respirazione diaframmatica e sapiente utilizzo della voce. E’ un mix straordinario che mi nutre e mi dà una carica immensa”.
In chiusura ha preso la parola l’assessore ai servizi sociali del comune di Vittoria, Francesco Cannizzo, che ha voluto ricordare la consegna, proprio sabato scorso ai ragazzi dell’AIFFAS, delle villette confiscate alla mafia. “E’ stato un risultato storico, raggiunto dopo anni di peripezie, grazie ai fondi del Pon Sicurezza. Il lavoro che fate è sempre bellissimo e mi riempie di orgoglio, come persona e come amministratore - ha poi aggiunto Cannizzo, che ha concluso garantendo la massima disponibilità dell’Ente al progetto “L’elogio della differenza” , nonostante le esigue risorse messe a disposizione dal bilancio comunale.