33,81 il dato più alto in provincia di Ragusa relativo all’affluenza definitiva delle ore 23; a Pozzallo, città marinara, il più basso: 21,53%. La Sicilia, terra di mare e di sole, doveva essere una delle regioni salva referendum, una di quelle che doveva trainare il resto d’Italia verso il raggiungimento del quorum necessario per far si che la consultazione risultasse valida. Invece, i siciliani e i ragusani hanno preferito cogliere l’invito del Governo e disertare le urne, chi consapevolmente chi per semplice indifferenza, nonostante l’estrema delicatezza del tema, già umiliato con la riduzione da 7 a 1 dei quesiti iniziali con cui il Referendum sulle "trivelle" era stato promosso, e sopravvissuto alle modifiche introdotte in Parlamento. Peggio della Sicilia (28,4%) solo la Campania, ma la maglia nera va anche alla Calabria, altra regione sulla quale si puntava fortemente. Questi i dati definitivi comune per comune:
Acate 25,29%
Chiaramonte Gulfi 28,88%
Comiso 26,41%
Giarratana 31,47%
Ispica 33,80%
Modica 33,81%
Monterosso Almo 23,30%
Pozzallo 21,53%
Ragusa 29,61%
Santa Croce Camerina 26,69%
Scicli 28,86%
Vittoria 30,07%
Il referendum sulla durata delle concessioni alle trivelle, dunque, non è valido e 300 milioni vanno in fumo inutilmente, probabilmente anche a causa del rifiuto di unire il voto alle elezioni del 5 giugno, in un unico election day. Alle urne si è presentato il 32,15 per cento degli elettori aventi diritto, che scende al 31,18 se si tiene conto del (non) voto degli italiani residenti all’estero. In totale 15.806.788 lettori. Ovviamente la vittoria del SI è stata schiacciante, con l’85,84% delle preferenze contro il 14,16% dei no, ma solo la Basilicata, regione promotrice del referendum, ha fatto registrare da subito numeri importanti e, alla fine, ha superato la soglia minima del 50%. Il Premier, Matteo Renzi, ha preso la parola subito dopo l’arrivo dei dati definitivi, confermando le ragioni che lo hanno spinto a chiedere agli italiani di astenersi, ossia la tutela dei posti di lavoro degli 11.000 lavoratori delle piattaforme. Decisamente meno filosofico il deputato renziano Ernesto Carbone che, sul suo profilo Twitter, ha letteralmente deriso gli elettori italiani sostenitori del SI scrivendo: “Quorum? Ciaone” e scatenando un vespaio di polemiche.