“In Sicilia siamo in piena emergenza rifiuti- ha dichiarato il presidente regionale degli ecologisti democratici Gigi Bellassai - Nell’Isola le discariche saranno esaurite fra un mese e la raccolta differenziata secondo i dati ISPRA è poco al di sopra del 13,4% e quindi l’86% dei rifiuti viene smaltito in discarica, un metodo costoso e ambientalmente improponibile. A monte di tutto questo vi è la dissennata gestione ATO ancora in fase di liquidazione. Gli ATO lasceranno detriti non indifferenti sulla finanza pubblica. Nell’ultima relazione della Corte dei conti è emerso il peso di questa gestione inefficace e malata e priva di interventi correttivi immediati, definito un fenomeno degenerativo radicale. Un sistema non sostenibile da parte degli enti locali ormai privi di risorse. Ad oggi per anticipazioni e stanziamenti la Regione ha sborsato oltre un miliardo e 300 milioni di euro che dovrebbero essere rimborsati da comuni e Ato con piani di rientro nell’arco di 3 o 6 anni, che purtroppo attualmente sanciscono un ulteriore clamoroso fallimento, infatti dai dati della Regione solo 16 i piani di rientro approvati a causa delle forti e non superabili difficoltà economiche ma anche della poca trasparenza nella gestione finanziaria delle Ato. Tutto questo in provincia di Ragusa trova una sua clamorosa conferma. L’Ato Ibleo non ha mai brillato per efficienza, - ha specificato Bellassai - nella gestione delle risorse pubbliche e nell’organizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. La gara unica è rimata una chimera e la raccolta differenziata poco oltre il16% (appena 19.541 tonnellate) è addirittura al di sotto della media regionale, già disastrosa. In questa ultima fase con i commissari liquidatori le cose non sono andate meglio. Impianti di compostaggio di Vittoria e Ragusa ancora al palo per la gestione, l’unica discarica attiva, quella di Ragusa, ha al massimo 4 mesi di vita, mentre quella di Vittoria non si riesce a bonificarla per i conflitti economici fra i comuni sulle erogazioni relative al “post mortem” e per l’opacità nella gestione finanziaria. Con un aspetto paradossale che tutto il personale dell’ATO Ragusa svolge lavoro d’ufficio, mentre i rifiuti li raccolgono gli operatori assunti dalle ditte appaltatrici dei servizi. E’ necessario superare questa fase con una svolta che doveva partire dalla SRR che il 26 luglio 2013 è stata costituita dai sindaci iblei. Questo consorzio aveva il compito di garantire la governance del sistema gestito però direttamente dalle amministrazioni comunali anche in associazione tra loro con le ARO. Così l’efficientamento dell’organizzazione e la sua sostenibilità economica in relazione al sistema tariffario della TASI sarà controllato dai sindaci e dai Consigli comunali che ne rispondono direttamente ai cittadini".
"La proposta dell’ecoincentivo e dell’ATO Unico regionale dell’Assessore Regionale Vania Contraffatto, gestito da Sindaci a costo zero è una strada perseguibile- aggiunge Bellassai- ma bisogna fare in fretta, perché i rifiuti rischiano di prendere la via del mare con costi insostenibili per i cittadini. Il problema è che nonostante siano trascorsi quasi tre anni mesi nessun atto concreto è stato sviluppato. Eppure è possibile con investimenti minimi far decollare i centri di compostaggio di Ragusa e Vittoria già ultimati e inutilizzati costringendo i comuni a trasferire l’umido a Grammichele con costi di oltre 100 euro a tonnellata a cui bisogna aggiungere il trasporto mentre nel nostro territorio al massimo spenderemmo 40 euro a tonnellata. Ma questa inefficienza non consente l’implementazione della raccolta differenziata. Infatti il potenziamento impiantistico è una fase necessaria indispensabile e fondamentale, perché come è noto è proprio la carenza impiantistica che rende difficoltoso il raggiungimento dell’obiettivo qualitativo e quantitativo di RD, anche potenziando la separazione e la raccolta della frazione umida. La SRR inoltre ha il compito fondamentale, ad oggi in attuato, di attivare sin da subito tutta una serie di azioni che favoriranno e incentiveranno la riduzione della produzione dei rifiuti e le azioni finalizzate al recupero e al riuso. La formulazione di precisi obiettivi, chiari e misurabili per ogni target individuato affinché questi possano essere ampiamente condivisi fra tutti Comuni coinvolti. Il dibattito dovrebbe coinvolgere anche gli imprenditori e i gruppi professionali per incoraggiare la partecipazione nella definizione di una strategia per affrontare aspetti diversi. Per la definizione puntuale delle strategie di riduzione sarà, infatti, necessario organizzare tavoli di concertazione per la riduzione della produzione dei rifiuti che coinvolgano le amministrazioni comunali e le associazioni di categoria di industriali, artigiani, grande e piccola distribuzione, consumatori e associazioni Fra le azioni attivabili nell’immediato dalla SRR, e a costo zero, ci sono: l’Istituzione di un circuito coordinato per la promozione del compostaggio domestico, il coinvolgimento della grande distribuzione organizzata nella prevenzione dei RU (ad es. con la vendita di prodotti sfusi o alla spina); le azioni riguardanti i piccoli esercenti del commercio e le loro rappresentanze (ad es. mediante la Campagna Eco acquisti); Una campagna informativa per la diffusione del packaging ecologico; la minimizzazione degli imballaggi in plastica non biodegradabile; La realizzazione di un progetto per il sostegno al recupero dei prodotti freschi invenduti; le azioni generalizzate per l’incentivazione del vuoto a rendere; la promozione delle borse ecologiche per la spesa – sostituzione delle borse a perdere con borse riutilizzabili; l’incentivazione dell’uso di tessili sanitari riutilizzabili; lo sviluppo del “Green Public Procurement” (acquisti verdi negli enti locali); la minimizzazione dei rifiuti cartacei negli uffici; realizzando azioni di Eco scambio mediante la piattaforma intermedia per il riuso e l’allungamento della vita dei beni; il controllo e la riduzione della pubblicità postale; e soprattutto l’applicazione sperimentale della tariffa puntuale. Bisogna ricordare – ha concluso l’esponente Ecodem e Presidente del Consiglio di Comiso – che il mancato riciclo costa, nella provincia iblea, in media 57 euro l’anno per cittadino e l’anno scorso inoltre come si evince dallo studio Alhesys, nell’ex provincia di Ragusa la limitata differenziata ha fatto bruciare almeno 30 milioni di euro tra materia sprecata e costi per lo smaltimento".