Il 2 giugno è la conclamazione della principale Festa Nazionale Civile ma quest’anno rappresenta il 70° anniversario della Repubblica Italiana.  

Un percorso storico politico che ha segnato il destino della penisola italiana, il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946 per mezzo del quale gli italiani hanno avuto l’opportunità di esprimersi alle urne su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese.

Il nostro pensiero è rivolto al 10 marzo, poiché ricorre soprattutto, l’anniversario per il diritto al voto delle donne.

Dopo la caduta del fascismo, sempre nello stesso giorno, si svolsero le prime elezioni amministrative e per la prima volta in Italia, le donne votarono presentandosi alle urne in 436 comuni.

Il suffragio universale avvenne grazie al decreto legislativo luogotenenziale del 31 gennaio 1945, pubblicato il 1 febbraio. Decreto che non prevedeva l’eleggibilità delle donne sancita successivamente con il decreto n. 74 del 10 marzo 1946 il cui articolo 7 recita l’eleggibilità “all’Assemblea Costituente i cittadini e le cittadine italiane che, al giorno delle elezioni, abbiano compiuto il 25° anno di età”.

Un traguardo spettante di diritto alle donne quanto agli uomini.

Oggi nella realtà politico-sociale nella quale viviamo, la donna lavoratrice, pensatrice, lotta duramente per assumere un ruolo che le spetta di diritto. Non è un luogo comune ma per la donna raggiungere gli obiettivi prefissati è sempre un percorso difficoltoso da perseguire incorrendo ad ostacoli insormontabili. Gli ostacoli della mentalità maschilista.