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Tumore al seno, uno studio mostra l’origine precoce delle metastasi

Al via nuove vie di cura, anche per il melanoma e il tumore al pancreas

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E’ uno dei tumori con elevata incidenza: su 8 donne una ha molte probabilità di ammalarsi. Rappresenta, infatti , la prima causa di mortalità per tumore nelle donne, con un tasso di mortalità del 17% di tutti i decessi per causa oncologica del sesso femminile.

Diversi sono i fattori di rischio per il cancro al seno. Tra di essi ricordiamo: l’età, generalmente colpisce le donne sopra i 50 anni; la familiarità; la predisposizione genetica,mutazioni a livello di specifici geni che determina la comparsa; gli ormoni, alcuni studi hanno confermato che un uso eccessivo di estrogeni ne facilitano l’insorgenza ( le gravidanze hanno un effetto protettivo perché riducono la produzione di tali ormoni);infine l’obesità e  il fumo hanno conseguenze negative.

Uno studio, pubblicato per la prima volta su Nature e condotto da due gruppi di ricerca indipendenti, guidati da Julio Aguirre-Ghiso, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, e da Christoph Klein, dell'Università di Ratisbona, ha confermato che le metastasi del cancro al seno si sviluppano in maniera silenziosa e precoce a partire di cellule anomale impazzite che diffondono nel corpo ancora prima dello sviluppo del carcinoma vero e proprio nel seno. Probabilmente questo meccanismo di sviluppo potrebbe verificarsi anche per il melanoma e il tumore al pancreas.

Gli studiosi pensano che questa scoperta possa aprire nuovi approcci clinici per la cura del cancro. Le due ricerche  sono state eseguite su roditori e biopsie di pazienti e hanno dimostrato che cellule anomale iniziano a migrare ancora prima della comparsa del tumore nel tessuto mammario. Una volta raggiunto il torrente circolatorio raggiungono vari organi, nei quali possono rimanere quiescenti per periodi abbastanza lunghi fino a quando non si risvegliano per generare metastasi aggressive e addirittura letali. Inoltre queste cellule anomale risultano  <<immuni>>  alla chemioterapia.

Secondo il ricercatore Aguirre-Ghiso, gli esiti raggiunti da questi studi possono aiutare a fare luce a fenomeni stimati finora inspiegabili: come ad esempio il fatto che nel mondo il 5% dei pazienti oncologici presenti metastasi pur non avendo un tumore originario e soprattutto fornire una spiegazione perché sia così difficile trattare il cancro una volta che si è diffuso.

 “Per di più- afferma l'esperto - questo nuovo modello lede, da un punto di vista biologico, le certezze  che pensavamo di avere sulla diffusione del cancro. E' prevedibile che dovremmo rivedere il nostro concetto di metastasi''.

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