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Il "Tremuoto Grandi" dell' 11 Gennaio 1693: 324 anni dal tragico evento

Tra storia, memoria e pietà popolare

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Ricorre oggi il 324mo anniversario del Terremoto nel Val di Noto, che interessò tutta la Sicilia ma che fu più catastrofico e maggiormente distruttivo nella Sicilia orientale e la Calabria meridionale .

“ Il Tremuoto grandi”, così lo definirono i contemporanei per la vastità impressionante dei danni che provocò e dei morti che si lasciò dietro, rappresenta, assieme ai terremoti del 1169 e del 1908, l'evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale.

Secondo recenti studi, in realtà, si potrebbe trattare di due eventi distinti: uno avvenuto il giorno 9 Gennaio 1693 e che colpì duramente molti centri della Sicilia - tra cui gravemente la città di Catania - e quello più devastante e significativo del giorno 11.

L'evento sismico provocò la distruzione totale di oltre 45 centri abitati, causando un numero complessivo di circa 60.000 vittime e raggiungendo in alcune aree il XII grado. Fu, fra l'altro, seguito da un maremoto che colpì le coste ioniche della Sicilia e lo Stretto di Messina interessando – con molta probabilità – anche le Isole Eolie.

Questa la testimonianza di chi visse quei tragici momenti:  « L'orribilissimo terremoto dell'anno 1693 è stato, senza alcun dubbio, il maggiore il più pernicioso che tra tanti avesse danneggiato la Sicilia, e sarà sempre l'infaustissima sua memoria luttuosa negli annali dell'isola, tanto per la sua durazione, quanto per la rovina portata dappertutto. Il giorno di venerdì 9 gennaio nell'ora quarta e mezza della notte tutta la Sicilia tremò dibattuta dalla terribile terremoto. […]Ma la domenica 11 dello stesso mese, circa l'ore 21, fu sconquassata tutta la Sicilia con violentissimo terremoto, con la strage e danno non accaduti maggiori ne' secoli scorsi. » (Istoria cronologica de' terremoti di Sicilia 1743 )

Nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani” risulta essere il più forte evento sismico avvenuto negli ultimi 1000 anni sull’intero territorio nazionale, collocandosi tra i terremoti maggiormente distruttivi della storia sismica italiana;  

Anche la provincia di Ragusa fu gravemente colpita e non da meno Vittoria, menzionata nel documento “Ruinae Urbium, Oppididorum et Pagorum dell’epoca, tra i centri urbani più colpiti: nell’ evento va ricordato il crollo della Chiesa Madre dedicata al Santo Patrono e del “miracolo” della testa di San Giovanni tante volte ascoltata dai nonni e dagli anziani.

Da quel lontano 11 Gennaio 1693, ogni anno, si ricorda l’ evento con una processione esterna del simulacro del Santo quasi a scongiurare futuri pericoli e danni alla città; anche questo anno sono previste manifestazioni e la oramai consueta processione di “ San Giuvanni di Jnnaru”, la domenica successiva al giorno 11.

La ricorrenza non può esimersi da un altro triste ricordo: l’ evento sismico che negli ultimi mesi ha interessato gran parte del centro Italia e che per proporzioni non ha nulla da invidiare al nostro per dimensioni e danni.

 

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