Come appreso dagli organi di stampa, la vicenda della privatizzazione del cimitero cittadino, in ordine alla quale è già nota la nostra posizione critica e la conseguente richiesta di revoca del bando già pubblicato e in fase di valutazione delle offerte, ha prodotto una pesante deflagrazione nella compagine amministrativa che fa capo al sindaco Spataro.
Senza se e senza ma, il consigliere Maggio affida ad un comunicato stampa il suo netto disappunto per la gestione arrogante ed arroccata dell’intera vicenda da parte della giunta di sinistra.
Non può certo passare inosservata la presa di coscienza, se pur tardiva, di un consigliere eletto nella lista di riferimento diretto del sindaco, nonché capogruppo del gruppo consiliare “Ora si cambia!”, che è stato il primo sostenitore dell’azione della giunta Spataro.
La “questione cimitero” è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e ciò è particolarmente evidente anche alla luce delle esternazioni del consigliere Maggio, che non si limita a professare la propria contrarietà rispetto alla procedura amministrativa scelta per la realizzazione di quest’opera, ma si spinge a criticare e sconfessare del tutto le modalità con cui la Giunta cittadina ha assunto tale decisione.
Ciò che colpisce è il giudizio assolutamente negativo nei confronti di “questo modo di fare politica” che lascia sottendere una frattura tra una concezione di politica concertata con la cittadinanza, di cui il consigliere Maggio si è sempre fatto portavoce, e la deriva autoritaria e autoreferenziale che invece contraddistingue sin dal suo insediamento l’azione amministrativa della giunta Spataro, sorda alle istanze che forti provengono dalle forze politiche di opposizione e dai cittadini tutti.
Lasciano il tempo che trovano le repliche del sindaco e dell’assessore Sanfilippo, che liquidano le dichiarazioni di Maggio come semplice “posizione personale”. Né, d’altro canto, potevamo aspettarci diversamente dall’assessore Sanfilippo che, nonostante le sempre più insistenti voci di corridoio che la vedrebbero a breve “defenestrata”, non può non sostenere “ad occhi chiusi” i comandamenti del sindaco, che da tre anni e mezzo le garantisce l’assessorato e ha elargito a suoi prossimi parenti incarichi ben remunerati nella amministrazione e in società ad essa collegate.