Partecipa a Vittoria Daily

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

In Sicilia torna lo spettro delle aste: caso Scollo, come Guarascio?

Intervista in esclusiva

Condividi su:

Il dramma dei pignoramenti e degli sfratti esecutivi, torna a far parlare di se con tutto il suo bagaglio umano e personale di “tragedia” e con le conseguenze legate ad ogni singola situazione. La casa: il bene più grande per ogni uomo, simbolo di protezione e stabilità, luogo dei ricordi più cari e degli affetti familiari; togliere la casa a qualcuno, spesso per debiti irrisori, equivale a togliere il terreno da sotto i piedi ad interi nuclei familiari e a farti cadere il mondo addosso. Come non ricordare il caso “Guarascio”, balzato alle cronache nazionali per il suo epilogo, purtroppo, tragico ma anche i tanti e - forse molti - casi di gente, lavoratori, padri di famiglia a cui viene sottratta la casa, “svenduta” all’ asta e preda di affaristi pronti a sciacallare attendendo che la stessa vada deserta per poi presentarsi giocando al ribasso! Un mondo subdolo che sta dietro al “miglior affare” e più volte denunciato ma che stenta a morire e che continua, ancora ed imperterrito, a mietere vittime. E’ il caso della famiglia Scollo, noti commercianti di Vittoria, che negli ultimi tempi hanno fatto parlare di se perché si sono rifiutati di abbandonare la casa, la propria casa, andata all’ asta e venduta per pochissime migliaia di euro.

Abbiamo incontrato per voi il sig. Giuseppe Scollo che si è raccontato per i nostri lettori.

Sig. Scollo, ci racconti dall’inizio la disavventura che ha interessato Lei e la sua famiglia.

Il nostro calvario ha inizio qualche tempo, fa quando ricevetti una lettera contenente l’ indicazione di una asta giudiziaria che interessava la mia parte di casa. Preciso i fatti: quando mio padre costruì questa casa, costituita da un garage e due appartamenti, la intestò a me e mio fratello, tuttavia senza suddividere l’ immobile. Ora, mio fratello – con il quale non sono più in affari dal 2005, aveva contratto un debito con una Ditta di biciclette, ammontante a circa 8.000,00 €, successivamente arrivato a circa 15.000,00 con le spese, per una fornitura di telai difettosi, che mio fratello Massimo aveva contestato, in quanto invendibili. Inizialmente si era cercato un accordo – anche tramite i nostri Legali - non andato a buon fine per contestazione della Ditta sulle forme di pagamento. Ho cercato personalmente una intermediazione con il titolare di questa Ditta che si ritiene parte lesa, ma invano in quanto lo stesso rifiutava ogni forma di accordo transattivo. Ne è nata una querelle, che si è protratta nel tempo, sfociando nel dramma di questi giorni e che purtroppo ha interessato anche me. Essendo indivisa la proprietà, aggredendo i beni di mio fratello, necessariamente hanno messo le mani anche sulla mia parte di immobile, il mio appartamento.

Dopo il mancato accordo con la Ditta di biciclette, come si sono evoluti i fatti.

Le lettere di messa in mora continuavano ad arrivare imperterrite, ma avevo più volte avuto rassicurazioni, da parte del nostro Legale, che nessuno in alcun modo avrebbe potuto aggredire la mia parte di immobile, la mia casa, in quanto estraneo ai fatti che interessavano – invece - mio fratello. Tutto cambiò il 2 Luglio del 2016, quando – dopo l’ ennesima asta andata deserta – la casa fu venduta all’ ultimo minuto per una misera somma; un immobile di oltre 300.00,00 € come stimato dal CTU, svenduta per circa 40.000,00. Ad acquistare un Vittoriese, per una società Inglese, di Londra, che – a loro dire – vorrebbero investire in Sicilia ed in particolare a Vittoria. Ci siamo appellati, abbiamo proposto opposizione ma invano. Non riuscendo a trovare altre soluzioni, ci siamo messi in contatto con il nuovo proprietario per cercare un accordo ma lo stesso si rifiutava, cercando somme in denaro, circa 20.000 sterline, ovvero l’ intero importo dell’immobile svenduto durante l’ asta!

Il diniego del nuovo proprietario a trovare un accordo, vi ha costretti ad organizzarvi: quali azioni avete intrapreso e cosa avete fatto

Il calvario ha avuto il suo epilogo: dal 6 Dicembre 2016, la casa ufficialmente appartiene a questa Ditta Londinese; sono stati furbi e veloci accelerando l’ iter e intimandoci lo sfratto esecutivo sotto le festività ma siamo riusciti ad ottenere una proroga per fine Gennaio 2017. E’ arrivato l’ ufficiale giudiziario che con fare arrogante e spocchioso, ridendoci in faccia, ci ha chiesto di abbandonare l’ immobile e di consegnare le chiavi di casa entro la settimana. Veda, quella è casa mia e non intendo uscire. Purtroppo e ancora oggi si assiste a questi “spettacoli” vergognosi; abbiamo chiesto l’ aiuto al movimento dei “Forconi” ed il “Movimento aste” rappresentato dal sig, Ciaculli. Ci hanno sostenuto e continuano a farlo, lottando insieme a noi contro. Hanno presentato immediata istanza dopo giorno 8 Febbraio, senza perdere altro tempo, senza indugiare con l’unico scopo di sottrarci casa e gettarci fuori. Immagini che non si vive più in casa nostra, non si dorme più, siamo sempre all’ erta, sul chi va là, viviamo con la paura di vederli presentare da un momento all’ altro. Il triste epilogo è avvenuto proprio giovedì 23 Febbraio: tornavo dalle mie faccende quando in lontananza vedo della auto di polizia ferme sotto casa mia: l’ ufficiale giudiziario, era tornato, ma questa volta non da solo, con lui anche due auto della squadra, quasi dieci poliziotti, anti sommossa da Catania ed i Vigili Urbani di Vittoria. E’ successo il finimondo, ho minacciato di gettarmi sotto un camion; hanno cercato di calmare me e mio fratello e di farci ragionare e proprio quando la situazione stava rientrando e si ragionava serenamente, l’ufficiale giudiziario ha nuovamente alzato i toni continuando nel suo atteggiamento spocchioso e ne è nata una colluttazione: sono volati calci e pugni e ci hanno separati. Successivamente mi sono recato in Ospedale per le cure del caso.

Si è parlato di una molotov, che avete lanciato questa bomba artigianale per creare panico e che aveva colpito una macchina in transito.

Si detto, a sproposito, che avevamo lanciato una bomba “molotov” niente di più falso e accertato – tra l’ altro – dalla squadra anti sommossa presente che ha visionato lo stabile per intero non trovando nessuno all’ interno, se non mia madre a letto perché ammalata. Non sappiamo da dove sia partita questo ordigno rudimentale, come non è vero che ha colpito o stava per farlo un veicolo che transitava infatti l’ordigno è scoppiato a distanza rispetto alla macchina che era già passata e a distanza.

Lei ci ha parlato di indagini in corso, vuole specificarci di cosa si tratta

Certamente, dopo lo scoppio della molotov, la polizia ci ha posto tutta una serie di domande pensando che fossimo affittuari insolventi e morosi, ma quando abbiamo raccontato l’ intera storia, l’ Ispettrice ha voluto vederci chiaro dicendoci che avrebbero “indagato” su questa ditta Londinese e sui suoi affari a Vittoria.

In conclusione, Sig. Scollo, a che punto siamo adesso della vicenda, come pensa si evolveranno i fatti

Giorno 7 Marzo, ci sarà una udienza in tribunale e speriamo che il Giudice sospenda lo sfratto esecutivo noi continueremo la nostra battaglia sostenuti dai Forconi e movimento Aste. Da casa non ce ne andremo neanche morti! Non si comprano le case all’ asta soprattutto con le persone che ci abitano dentro; è a dir poco vergognoso ancora oggi assistere ma soprattutto vivere queste situazioni per debiti irrisori. Occorrerebbe una profonda revisione della Legge. In altre province, l’ asta viene definitivamente sospesa se troppo bassa. Ci troveranno comunque a casa, pronti a continuare la nostra battaglia.

Condividi su:

Seguici su Facebook