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Un vittoriese alla corte danese. Luca Caliò ai mondiali di combattimento medievale

E' il primo atleta di un team siciliano a rappresentare l'Italia in una specialità individuale

Redazione
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 Luca Caliò, 46 anni, veterinario vittoriese, sta rappresentando l’Italia ai campionati mondiali di combattimento medievale in programma in Danimarca fino al 28 maggio.

Il combattimento medievale è una disciplina che comprende numerose specialità individuali: spada e scudo, spada e brocchiere, spada a due mani, arma in asta, tutte e 4 col maschile e col femminile, e diverse specialità di squadra: 3vs3 femminile, 5vs5, 10vs10, 16vs16 e 21vs21 maschile, secondo in quale federazione si gareggi Nelle discipline individuali vince chi mette a segno più punti, in quelle di squadra vince la squadra che riesce ad atterrare tutti gli avversari. Tutte le categorie sono Open, vale a dire che non vi è distinzione di età o peso, comunque la maggiore età è requisito fondamentale per accedere alle competizioni. Tutte le discipline hanno in comune l'utilizzo di armi senza filo né punta e di armature complete che proteggono tutto il corpo. Il tutto deve essere improntato alla più rigida correttezza storica con armi e armature repliche di corrispondenti oggetti custoditi nei musei.

Noi di Vittoriadaily abbiamo contattato ed intervistato Luca Caliò.

Come ti sei avvicinato a questa disciplina?

Prima di tutto devo premettere che sono un appassionato di storia, soprattutto medievale. Nella primavera del 2009 mi trovai per caso a partecipare al Triskelia , un festival celtico che si è tenuto per qualche anno di seguito a Ragusa, all'interno del quale 2 fratelli appassionati di cultura celtica tenevano uno stage di combattimento spada e scudo. Provenendo dal Karate, arte marziale da me praticata per tanti anni della quale detengo il grado di cintura nera, non ho avuto problemi a farmi notare dagli istruttori, che mi proposero subito di iniziare ad allenarmi con loro. In principio ci si allenava nel loro giardino a Chiaramonte Gulfi, con tanta passione e pochissimi mezzi, finché dopo circa un anno, durante un mio viaggio in Lombardia, venni in contatto con Vittorio Murgia, un maestro di scherma medievale facente parte di una rete di sale d'armi sparse nel nord Italia, che da quel momento ha curato la mia formazione fino al mio raggiungimento nel 2014 del grado di Istruttore di 2° livello. Nel 2011, insieme ad alcuni amici, fondai i Milites Trinacriae, un'associazione sportivo culturale avente come finalità la rievocazione storica e soprattutto la pratica della scherma medievale attraverso l'apertura a Ragusa della della prima vera sala d'armi per la pratica della scherma e del combattimento medievale in Sicilia , oggi nel 2017 siamo al settimo anno di attività con una crescita costante.

Quanti siete i praticanti in Italia e in Sicilia?

In Italia siamo circa 500 i praticanti le varie specialità che compongono il Combattimento Medievale, tra i quali la maggior parte si limitano a partecipare ai tornei locali; gli atleti del giro della nazionale non arriviamo al centinaio.

 

Come concili il lavoro con gli allenamenti?

E’ molto dura e la motivazione deve essere molto forte. Io sono un veterinario libero professionista, il che mi lascia abbastanza elasticità negli orari, comunque i giorni della settimana in cui ho gli allenamenti si articolano cosi: alle ore 9 parto da Ragusa alla volta di Vittoria , dove ho la clinica, giornata di lavoro fino alle 19,30 quando riparto per Ragusa alla volta della palestra. L'allenamento inizia alle 20,30 e si protrae fino alle 22,30, 2 chiacchiere con i miei allievi, doccia per poi essere a casa alle 23 circa, lascio immaginare in che condizioni. Spesso poi nel week end si tengono allenamenti mirati a Ragusa, Reggio Calabria o Urbino, quando non ci sono stage, manifestazioni rievocative o gare. È una disciplina che richiede molto impegno sia in termini di tempo che di denaro, però quando hai impugnato una spada d'acciaio una volta, non puoi più farne a meno, è come vivere due vite: professionista durante la settimana, guerriero in armatura nel week end!

 

Dagli allenamenti in un giardino di Chiaramonte ai campionati mondiali. Raccontaci il tuo percorso.

Nel 2015, durante la mia partecipazione al Torneo della Contea a Reggio Calabria, una competizione di scherma medievale, conobbi Claudio Venanzi Rullo, istruttore nazionale CSEN di combattimento medievale, che mi chiese, alla luce della mia vittoria in quel torneo, se mi sarebbe piaciuto allenarmi con loro al fine di poter partecipare alle prossime selezioni per la squadra nazionale italiana. Iniziai così un percorso che mi portava ogni 15 giorni a Reggio Calabria, per gli allenamenti fino alle selezioni per la squadra nazionale che si tennero a febbraio ad Urbino, sede del Team Feltrio, squadra di combattimento medievale che avrebbe poi partecipato al Campionato Mondiale in Repubblica Ceca a maggio 2016 come Italia 3, nella specialità 5 contro 5.

Venni selezionato per la specialità 21 contro 21, e quella fu la mia prima partecipazione ad un campionato mondiale con la Nazionale Italiana. Quest'anno invece ho conquistato la maglia da titolare nella specialità 1 contro 1 spada e scudo ed andrò a disputare a fine maggio in campionati mondiali in Danimarca, con l'immensa soddisfazione di essere il primo atleta appartenente ad un team siciliano selezionato per rappresentare il nostro Paese in una specialità individuale nella storia di questo sport. In Sicilia, i combattenti della nazionale, nel 2016 siamo stati 4: io e tre messinesi, partecipanti tutti a competizioni a squadre. Nel 2017 ci siamo ridotti a 2: un ragazzo di Messina che ha partecipato al 21 vs 21 e io, che grazie al terzo posto conquistato al torneo di qualificazione di Pisa, il febbraio scorso, nella specialità Spada e Scudo, sarò il primo atleta di un team siciliano a rappresentare l'Italia in una specialità individuale, a Spøttrup, in Danimarca, per partecipare ai mondiali IMCF (International Medieval Combat Federation) di combattimento medievale.

 

Perché pensi che al sud Italia sia una disciplina così poco praticata?

Innanzi tutto specifichiamo che è una disciplina che si è sviluppata in Russia e da lì si è allargata in Europa, è solo da un decennio che si ci è organizzati con 2 federazioni internazionali che hanno dato le regole finalmente omogenee per tutti i paesi, e sicuramente la distanza del sud Italia dal cuore del continente ha avuto il suo peso nella scarsa diffusione del combattimento medievale sportivo. Oltretutto credo che le popolazioni del nord Italia siano pervase da una passione per il medioevo che da noi non esiste, retaggio senza dubbio dell'età d'oro dei liberi comuni che ha caratterizzato il loro territorio in quei secoli. Oggigiorno infatti vi sono 4 team sul territorio nazionale che aggregano gli atleti di tutta Italia al fine di selezionare la squadra nazionale, uno a Genova, uno a Torino, uno a Firenze e uno ad Urbino, che è quello al quale afferiamo noi atleti del sud nella speranza che prima o poi esisterà un team nel meridione. La strada però è ancora lunga, si pensi che in Sicilia ci siamo solo noi di Ragusa, poi c'è un team a Reggio Calabria e uno a Cosenza, e fra tutti e 3 riusciamo a schierare al massimo una decina di combattenti. Al nord quasi ogni provincia ha praticanti e sale. Da non sottovalutare infine, per la ridotta diffusione di questo sport, l'effetto deterrente causato degli alti costi di una armatura completa da battaglia con le relative armi : costi che superano abbondantemente i mille euro.

 

Vi è capitato di partecipare a film o documentari ad argomento storico?

Anche per questo aspetto, il fatto di essere al Sud ci penalizza, dal momento che da noi ci sono pochissime produzioni del genere. Comunque abbiamo partecipato alla realizzazione di un documentario dal titolo "Le cause dei Vespri Siciliani" dove io ho curato le coreografie di combattimento e la consulenza storica, e i miei allievi hanno fatto le comparse combattenti, abbiamo inoltre da poco siglato una collaborazione per la realizzazione di un film fantasy/medievale di una produzione siciliana che mi vedrà impegnato come maestro d'armi, coreografo delle scene di combattimento e controfigura, e vedrà i miei allievi nel ruolo di controfigure e comparse combattenti. Le riprese del film inizieranno a febbraio 2018 e il film, del quale non posso rivelare il titolo, sarà nelle sale lo stesso anno.

Sempre nel 2017 sono stato docente a progetto presso il Teatro dell'Accademia di Catania nell'ambito di un corso di formazione per aspiranti attori.

 

Quale è l'aspetto meno piacevole di questa disciplina?

Sicuramente il fatto di essere molto pochi al sud, il che ci costringe ad interminabili viaggi alla volta del settentrione, quando non all'estero, per partecipare a competizioni e tornei, viaggi da fare in auto o in autobus, dal momento che ciascuno di noi parte con 2 valigioni enormi del peso di circa 20 kg ciascuno contenenti armi ed armature, cosa che renderebbe un viaggio aereo troppo oneroso.

 

Ed il più piacevole?

Sicuramente il clima di cameratismo che si crea durante le competizioni. Ai mondiali a Praga, lo scorso anno per esempio, dopo esserci picchiati selvaggiamente per 3 giorni, la sera dopo l'ultima gara si è fatta una mega festa dove ogni gruppo ha portato cibo e liquori tipici del proprio paese, che è durata fino all'alba, durante la quale non eravamo più atleti provenienti dai 4 angoli del pianeta, ma solo un gruppo di appassionati accomunati dalla passione per il medioevo. Questo clima è sicuramente incentivato dal fatto che durante le competizioni si vive in un campo storico medievale che contribuisce a creare una sorta di bolla temporale che dal XXI secolo ti proietta indietro di 700 anni.

 

Cosa pensano di questa tua passione amici e familiari?

Dopo le frasi di rito del tipo: "Sei pazzo, tutte quelle botte" o "Con 20 kg di armatura addosso, ma chi te lo fa fare?" poi sono tutti incuriositi, mi seguono sui canali You Tube durante i mondiali o vengono a vedermi combattere negli eventi locali. Una nota di merito speciale a mia moglie Ivana, che mi appoggia e mi sprona sempre, senza farmi mai pesare il fatto di essere lasciata sola durante i numerosi week end che mi vedono impegnato nelle gare e negli allenamenti, tutte quelle volte che non posso portarla con me. Sorvolando le volte che la obbligo a turni da crocerossina quando torno pesto e livido da una competizione.

 

Quale sogno leghi a questa disciplina?

Io, come tutti quelli della mia generazione, ho conosciuto tardi questa disciplina, semplicemente per il fatto che è arrivata da poco più di un decennio nel nostro paese, quindi realisticamente, all'età di 46 anni non posso più sperare in chissà quali traguardi sportivi. Invece ho due grandi desideri : il primo è quello di fregiarmi del titolo di Maestro d'armi, e sarei il primo siciliano ad ottenere questo riconoscimento; il secondo è che i miei allievi portino avanti la mia scuola, attraverso l'impegno e il conseguimento di risultati sportivi, e che quindi si crei una tradizione che ritagli alla Scuola d'Armi dei Milites Trinacriae di Ragusa un posticino tra le più blasonate scuole d'armi del nord Italia come l'Achille Marozzo e la Fiore dè Liberi.

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