I movimenti Altragricoltura, Riscatto, Donne per l'agricoltura ed il Comitato No Aste annunciano la chiusura della serra in piazza Gramsci con un comunicato inviato alla stampa. Ecco il testo:
"Da dieci mesi un presidio permanente ha voluto sensibilizzare l'opinione pubblica, i mass media e le forze politiche della grave condizione di crisi socioeconomica in cui verte la nostra realtà territoriale. In questi mesi tante sono state le iniziative intraprese: dai confronti con la rappresentanza comunale cittadina a quelle dei comuni limitrofi; interlocuzioni democratiche con tutti i partiti politici, deputazioni regionali e nazionali, per denunciare un disagio che va oltre lo stato di crisi. Sono state suggerite modifiche a leggi e percorsi per una ripresa economica del settore agricolo che interlocutori consenzienti hanno promesso di presentare in parlamento e all'interno delle forze politiche di appartenenza, ma che ad oggi non hanno avuto nessun riscontro reale. Sono state denunciate anomalie nelle aste giudiziarie della provincia di Ragusa, le quali hanno inferto una ferita indelebile a centinaia di Famiglie del territorio. Pur consapevoli che i debiti vanno pagati, abbiamo messo in discussione il sistema di riscossione dei crediti a mezzo delle aste giudiziarie come strumento valido, il quale oggi ha portato solo alla speculazione di chi acquista a danno del debitore che si vede ulteriormente impoverito del proprio bene e il creditore a mani vuote.
Una madre e un padre di famiglia hanno intrapreso uno sciopero della fame per denunciare l'assenza di uno stato che sembra essere sordo ai bisogni dei suoi stessi cittadini".
"La serra di piazza Gramsci è nata per rendere visibile una protesta legittima e facendo delle proposte concrete. Nel nostro agire, sempre trasparente, in più occasioni siamo stati oggetto di scherno e di affermazioni infamanti perché non abbiamo sostenuto questo o quell'altro soggetto politico mantenendo sempre il dialogo con tutti. Con lo smantellamento della Serra di Piazza Gramsci, per chi ha vissuto attivamente questa esperienza, si chiude una pagina indimenticabile nella propria vita. Come dice una dei nostri non avremmo mai pensato che quei pochi metri quadrati di territorio potessero diventare un simbolo per tanti e dare la forza di reagire. Nata forse neanche immaginando delle sue potenzialità, questa piccola tenda di plastica, materiale che ricopre le strutture del nostro lavoro, nel passare dei mesi ha acquisito una sua identità divenendo un centro propulsivo, prima per noi e poi per chi dall'esterno in qualche modo è stato coinvolto. Non importa se qualcuno pensa che ci siano state 'passerelle', non c'è nessuna Vittoria che abbia saputo inventarsi uno strumento simile che sia riuscito a mettere insieme tutti gli esponenti politici comunali, regionali e nazionali come quelli che sono passati dalla serra. Smontare la serra di Piazza Gramsci non vuol dire perdere qualcosa ma ripartire più consapevoli e maturi di prima. Nella Serra tante persone che non si conoscevano sono diventati amici sostenendosi a vicenda. Tanti momenti hanno arricchito la nostra vita. Fosse anche solo questo il risultato che avessimo ottenuto per noi è già un gran risultato. In ogni caso la sua chiusura non vuole significare la fine, bensì il cambiamento nella sua modalità e a tal proposito per alcuni sarebbe troppo comodo il nostro silenzio ma continueremo a fungere da pungolo affinché qualcosa cambi. Altragricoltura annuncia la costituzione a breve di una sede permanente, dove continueranno i lavori e i progetti intrapresi in questi mesi. Vogliamo ringraziare il comune di Vittoria per aver permesso l'utilizzo del suolo pubblico e tutti coloro che ci hanno sostenuti".

