Si celebra questa settimana la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall' Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, che invita tutti i Governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività e manifestazioni volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla tematica, ancora oggi scottante ed attualissima e che continua “mietere” vittime innocenti “colpevoli” solo d’essere donne !
La data fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981, in ricordo del brutale assassinio - avvenuto nel 1960 - delle tre sorelle Mirabal considerate rivoluzionarie solo per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.
Tanti gli appuntamenti che si succederanno durante tutta la settimana e fino al 25 novembre, giornata clou del ricordo e dell’impegno, eventi che hanno già preso il via, proposti da associazioni ed Enti ma anche dal mondo della scuola e dell’ istruzione.
Tra questi, il Convegno organizzato dall’associazione “Donne al Sud” e dall’ Istituto Rodari, in partnership con la “Fondazione Il Buon Samaritano” di Vittoria, dal tema: Gli stereotipi: cosa può fare la Scuola per contrastare la violenza di genere”.
Al tavolo di presidenza, l’ex provveditrice agli Studi, Dott.ssa Criscione, la preside del Rodari, prof.ssa Amelia Portello, l’Assessore Cosentino, la sociologa, Dott.ssa Priulla e la Prof.ssa Mazza in rappresentanza della commissione intercultura e pari opportunità e la Dott.ssa Veronica Racito della “Fondazione Il Buon Samaritano”.
Ma soprattutto c’erano loro: le donne del Centro Accoglienza di Gerico, gestito dalla Fondazione Il Buon Samaritano, presenti con i loro figli, le loro storie, il loro vissuto e che hanno portato la loro toccante esperienza, quale valore aggiunto all’ intero evento.
Stereotipi, machismo, maschilismo, patriarcalismo, donne viste solo come “oggetti” in mano maschile, stereotipi culturali dal retaggio antico e tutto occidentale che ha perfino influenzato il linguaggio, la politica, la storia stessa dell’ umanità.
Il Convegno si è chiesto quale è il ruolo e cosa può fare la Scuola quale istituzione; la risposta è arrivata puntuale dagli interventi dei relatori, anche se affatto scontata: quello di “riscoprire” la propria vocazione, educare alla parità di genere, sin dalla più tenera età, come sancisce la nostra Costituzione, circa la parità dei diritti.
Toccante il momento degli interventi e delle testimonianze di Annette del Camerun e di Cecilia dal Ghana, che hanno raccontato la condizione della Donna nei loro paesi di origine: gli abusi e i soprusi, la mancanza di diritti, il grave problema della prostituzione minorile, l’infanzia negata come negato pure ilpercorso culturale e scolastico.
Usate e uccise sol perché non “rispecchiano” l’idea di donna che l’uomo si è fatta e vorrebbe: serva incondizionata ed obbediente; ancora il grave problema della poligamia e dell’ abbandono delle istituzioni, sorde e cieche; un quadro poco felice che la dice lunga anche sul “silenzio “assordante degli Stati cosi detti “civili” e spesso compiacenti.
Un momento di alta riflessione che non può rimanere lettera morta, ma che deve diventare condivisione e, perché no, segno di speranza per tutte le donne che chiedono integrazione, inclusione e soprattutto il rispetto dei propri diritti.
(foto: copyright Vittoriadaily)