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Giornata Mondiale del Malato 2018: anche a Vittoria iniziative a sostegno di chi soffre

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Si celebra domenica 11 febbraio in tutto l’orbe cattolico, la “XXVI Giornata Mondiale del Malato”, ricorrenza liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, in ricordo delle apparizioni nella piccola cittadina francese, presso la grotta di Massabielle alla piccola Bernadette Soubirous e che iniziarono proprio il giorno 11 febbraio del 1858.

Da allora, milioni sono le persone che annualmente si recano a Lourdes, un piccolo centro dei Pirenei francesi per pregare la Vergine, immergersi nelle piscine, implorare la guarigione del corpo; tantissimi i “miracoli” accertati da una apposita commissione medica e scientifica internazionale, definiti, appunto, inspiegabili alla luce della moderna scienza.

Ma tante soprattutto le conversioni e le guarigioni del cuore, quelle spirituali: da Lourdes si torna cambiati!

Ogni anno, l’ 11 febbraio, la Chiesa ricorda quell’ evento e dedica una giornata “speciale” ai malati, con iniziativa religiose e di preghiera.

Anche a Vittoria, presso il civico nosocomio, si celebrerà solennemente questa ricorrenza con inizitiva che coinvolgeranno i malati in prima persona.

La mattina alle ore 10,00, sarà celebrata l’Eucarestia presieduta dal Vicario foraneo Don Mario Cascone ed a seguire, nel pomeriggio, alle 15.30, il cappellano, Don Guseppe Riggio, porterà in processione per i reparti dell’ Ospedale, la venerata immaginane della Madonna di Lourdes conservata presso la cappella del Guzzardi.

La fede può e deve aiutare il malato a guarire, ma il conforto della altrui preghiera e vicinanza è sicuramente un buon viatico per affrontare la malattia e le difficoltà di una degenza più o meno grave, con più forza e coraggio.

“Gesù ha lasciato in dono alla Chiesa la sua potenza guaritricescrive Papa Francesco nel suo messaggio annuale per la Giornata del Malato - Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: [...] imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16,17-18). Al dono di Gesù corrisponde il compito della Chiesa, la quale sa che deve portare sui malati lo stesso sguardo ricco di tenerezza e compassione del suo Signore. La pastorale della salute resta e resterà sempre un compito necessario ed essenziale, da vivere con rinnovato slancio a partire dalle comunità parrocchiali fino ai più eccellenti centri di cura. Non possiamo qui dimenticare la tenerezza e la perseveranza con cui molte famiglie seguono i propri figli, genitori e parenti, malati cronici o gravemente disabili. Le cure che sono prestate in famiglia sono una testimonianza straordinaria di amore per la persona umana e vanno sostenute con adeguato riconoscimento e con politiche adeguate. Pertanto, medici e infermieri, sacerdoti, consacrati e volontari, familiari e tutti coloro che si impegnano nella cura dei malati, partecipano a questa missione ecclesiale. E’ una responsabilità condivisa che arricchisce il valore del servizio quotidiano di ciascuno”.

 

 

 

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