Gli avvenimenti della scorsa notte costringono per l'ennesima volta la comunità vittoriese a riflettere su quella che appare essere una deriva anarchica con annesso trionfo in pompa magna della cultura della illegalità. Da più voci si denuncia l'assenza dello Stato in città, noi dell'associazione èVviva non sminuendo quella che appare essere una ovvietà vogliamo interrogarci piuttosto su un secondo quesito non meno importante ma forse meno scontato: "C'é ancora il senso dello Stato nei cittadini?". Ai funerali di Vittorio Bachelet-vittima delle Brigate Rosse-, rimbombavano nelle navate della Chiesa le parole del figlio Giovanni con le quali perdonava gli assassini e confidava fermamente nel trionfo della giustizia e dello stato. Oggi forse di "perdono" é difficile parlare ma si può ancora parlare di fiducia nello stato? Ma soprattutto cosa é lo stato? Contestualizzando il celebre “Lo Stato sono io” di Luigi XIV, in una realtà democratica dovremmo sempre sforzarci di dire: "Lo stato siamo noi". Ecco forse la chiave di tutto sta proprio nella riscoperta della perfetta identità stato-cittadino, nella presa coscienza che la cultura della legalità non può e non deve limitarsi ad essere un tema sul quale discutere ma deve permeare nella nostra forma mentis e divenire una direttrice del nostro modus operandi. Sin dalla nostra fondazione ci siamo posti questo obiettivo tentando, mediante i nostri eventi e i frequenti post sui social, di perseguire un progresso culturale che appare sempre più fondamentale e improcrastinabile. Un progresso culturale che possa gettare quel velo di Maya , che sta facendo apparire la Città di Vittoria come l'antitesi della civiltà rendendola per alcuni soggetti una valida alternativa alle passerelle del Papeete, e farci riscoprire la dimensione reale di città viva e laboriosa. Un progresso culturale che deve realizzarsi soprattutto mediante il contributo fondamentale della scuola. Pietro Calamandrei scriveva "Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte costituzionale" e che "Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere". Sarà una semplice coincidenza che questi brevi estratti siano contenuti in un libro intitolato proprio "Lo stato siamo noi" ma forse l'unica realtà é che questo messaggio è l'unica chiave di svolta per ridare alla nostra città quell'identità che sembra esserle stata sottratta.